Il viaggio del ghiaccio alpino verso l'Antartide: la missione della nave Laura Bassi

viaggio ghiaccio

La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), ha lasciato il porto di Trieste per un lungo viaggio che la porterà fino in Antartide nel dicembre 2025, passando per la Nuova Zelanda. L’imbarcazione salpa con un nuovo assetto, frutto di un importante piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca.

L’arrivo in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il ritorno a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni.

Una spedizione scientifica tra logistica e ricerca

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La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi,” spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Ogs. “La prima parte, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre. Successivamente faremo un convoglio con la rompighiaccio del progetto antartico coreano Araon. Le due navi si supporteranno lungo la rotta, incontrandosi all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio.

Dopo questa prima fase, la Laura Bassi tornerà in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, incentrata su cinque progetti scientifici che proseguiranno fino ai primi di marzo.

Le carote di ghiaccio delle Alpi verso il Polo Sud

Oltre alla strumentazione e ai materiali per la 41ª campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà anche preziose carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, riconosciuta dall’Unesco e guidata dalla Ice Memory Foundation. Tra i fondatori figurano l’Istituto di Scienze Polari del Cnr-Isp, l’Università Ca’ Foscari Venezia e altre istituzioni europee.

Il progetto mira a creare un archivio mondiale del ghiaccio proveniente da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una banca dati che custodirà informazioni sull’atmosfera del passato – come gas serra, aerosol, polveri e inquinanti – fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima.

Le carote trasportate dalla Laura Bassi sono state estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). Questi campioni attraverseranno due emisferi in un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide.

Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno su cui abbiamo lavorato per un decennio,” racconta Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari e vicepresidente della Ice Memory Foundation. “È stato possibile grazie alla collaborazione internazionale e al sostegno di istituzioni e organizzazioni che credono in questo progetto per le future generazioni.

Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione che tutela gli archivi naturali del clima, un patrimonio inestimabile per la comunità scientifica del futuro,” aggiunge Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di Scienze Polari del Cnr.

Un’operazione scientifica e logistica senza precedenti

Una volta giunte alla base Mario Zucchelli, le carote di ghiaccio saranno trasferite in aereo alla stazione italo-francese Concordia, situata nel plateau antartico. Il volo, della durata di circa cinque ore, si svolgerà senza riscaldamento anche nella carlinga, per mantenere la temperatura costante a -20°C e preservare l’integrità dei campioni.

Arrivate a Concordia, le carote verranno collocate nell’Ice Memory Sanctuary, una galleria di 35 metri di lunghezza e 5 di altezza e larghezza, scavata a 4 metri sotto la neve. La struttura, priva di materiali da costruzione, è stata progettata per garantire il minimo impatto ambientale.

Le operazioni di trasporto e conservazione coinvolgono tutti e tre gli enti attuatori del Pnra,” spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide di Enea. “Enea gestirà la catena del freddo e la logistica, con il supporto dell’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) presso la Stazione Concordia. Si tratta di uno sforzo complesso in uno degli ambienti più estremi del pianeta.