Khalil al-Hayya, leader di Hamas sopravvissuto a Doha: biografia, ruolo e negoziati a Sharm el-Sheikh

Khalil al-Hayya è nato il 5 novembre 1960 nella Striscia di Gaza, durante l’occupazione egiziana. La sua formazione è radicata negli studi islamici: laurea all’Università Islamica di Gaza, master in Hadith all’Università della Giordania e dottorato all’Università del Sacro Corano e delle Scienze Islamiche.
Entrato in Hamas all’epoca della Prima Intifada, ha lavorato anche come insegnante part-time. Dal 2006 è stato membro del Consiglio legislativo palestinese per Gaza City e ha ricoperto l’incarico di vicepresidente dell’Ufficio politico dell’organizzazione fino al 2024.
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Dopo l’uccisione di Yahya Sinwar nell’ottobre 2024, al-Hayya è entrato in un quintetto di leadership temporanea con Khaled Mashal, Zaher Jabarin, Muhammad Ismail Darwish e un altro funzionario non identificato. Considerato tra le figure di maggiore fiducia di Sinwar, ha guidato varie delegazioni diplomatiche in Turchia, Libano e Algeria per la riconciliazione tra Hamas e Fatah.
Nel 2022 ha condotto una delegazione a Damasco per incontrare il presidente siriano Bashar al-Assad, tappa definita “storica” nel tentativo di ricucire lo strappo tra Hamas e la Siria nato durante la guerra civile.
Dal raid di Doha ai negoziati di Sharm el-Sheikh
Il 9 settembre 2025 l’esercito israeliano ha colpito Doha con un’operazione mirata ai vertici di Hamas. Inizialmente dato per morto, al-Hayya è stato poi confermato sopravvissuto dall’organizzazione e indicato come guida della delegazione ai prossimi colloqui con Israele a Sharm el-Sheikh, incentrati su liberazione degli ostaggi e possibile cessate il fuoco.
Secondo documenti riservati citati dalla stampa internazionale, al-Hayya avrebbe avuto un ruolo di rilievo nella fase preparatoria dell’attacco del 7 ottobre 2023. In seguito, ha sostenuto pubblicamente che l’operazione mirasse a “cambiare l’intera equazione” e a riportare la questione palestinese al centro dell’attenzione globale.
Nel 2024 ha rappresentato Hamas nelle negoziazioni indirette con Israele su ostaggi e tregua, indicando la disponibilità a un cessate il fuoco e al disarmo in cambio di uno Stato palestinese indipendente entro i confini pre-1967 con Gerusalemme capitale.
Ritenuto vicino all’Iran e sostenitore di rapporti solidi con Teheran, risiede a Doha, dove ha sede l’ufficio politico di Hamas. Il tentativo di assassinio in Qatar ha segnato un’escalation nel conflitto, con ricadute sulle dinamiche diplomatiche e sulla sicurezza dei leader del movimento all’estero.