Von der Leyen a Strasburgo: Unità e lunga vita all'Europa

Un discorso di oltre un’ora e un quarto, interrotto a tratti dalle urla dell’estrema destra e applaudito dagli eurodeputati per circa trenta secondi. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha tenuto a Strasburgo il suo quinto discorso sullo stato dell’Unione, il più delicato della sua carriera, cercando di consolidare i rapporti all’interno della maggioranza e di recuperare consenso tra Socialisti e Verdi.
Tra i passaggi più significativi, von der Leyen ha definito la crisi degli alloggi un problema “sociale” che “lacera” il tessuto delle società europee e ha denunciato la guerra “brutale” a Gaza, dove la fame viene usata come “arma di guerra”. Pur senza usare il termine “genocidio”, ha annunciato che la Commissione proporrà sanzioni contro i ministri estremisti israeliani e i coloni violenti in Cisgiordania, oltre a una sospensione parziale dell’accordo di associazione Ue-Israele. L’obiettivo è salvaguardare la “soluzione a due Stati” e non restare paralizzati davanti al conflitto.
Ai Verdi, la presidente ha ribadito che il futuro dell’automobile è “l’elettrico”, pur nel rispetto della neutralità tecnologica, e ha riaffermato l’impegno sugli obiettivi del Green Deal. Ha annunciato anche misure per rafforzare le reti energetiche in vista della transizione e collaborazioni con l’industria per produrre modelli “piccoli” e “abbordabili”.
La destra, in particolare i deputati tedeschi dell’AfD, ha interrotto più volte il discorso. Von der Leyen ha replicato con fermezza, richiamando al rispetto delle regole democratiche e annunciando la creazione di un Centro per la resilienza democratica. Ha ribadito che lo Stato di diritto sarà un criterio imprescindibile per l’assegnazione dei fondi europei.
Sull’Ucraina, la presidente ha confermato il lavoro al diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e ha annunciato un prestito a Kiev basato sui beni russi congelati. Ha ricordato gli sforzi della coalizione occidentale per garantire una pace “giusta e duratura” e ha promesso un summit per il ritorno dei bambini deportati. Inoltre, ha anticipato 6 miliardi di euro dai fondi Era per sostenere la produzione di droni in collaborazione con Kiev.
La presidente ha parlato anche di difesa, dichiarando che l’Europa “difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio” e ha espresso solidarietà alla Polonia dopo l’incursione di droni russi nello spazio aereo. Ha sottolineato che l’Unione resta un progetto di pace, pur dovendo rafforzare la propria indipendenza strategica.
Von der Leyen ha poi citato i rapporti Draghi e Letta sulla competitività, annunciando una nuova roadmap Ue al 2028 e difendendo gli accordi commerciali con Stati Uniti, Messico, Mercosur e India. Ha ricordato gli investimenti sulle gigafactory per l’intelligenza artificiale e l’importanza di diversificare le relazioni economiche.
Non sono mancati riferimenti ai temi più sensibili: la disinformazione sanitaria, che rischia di aprire una nuova crisi globale, e le migrazioni, per le quali ha proposto un nuovo regime sanzionatorio contro i trafficanti di esseri umani. Ha inoltre sostenuto la necessità di superare il vincolo dell’unanimità, soprattutto in politica estera, e di rafforzare il ruolo legislativo del Parlamento europeo.
Nella parte finale, von der Leyen ha richiamato la memoria storica del continente: “Ottanta anni fa l’Europa era un inferno, quarant’anni fa era divisa da un muro. Oggi gli europei devono continuare a lottare per un futuro migliore”. Il discorso si è chiuso con un appello appassionato: “Lunga vita all’Europa”.