Fratelli Menendez - negata libertà vigilata a Erik: oggi decisione sul fratello Lyle

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No alla libertà vigilata per Erik Menendez, in carcere da oltre trent’anni insieme al fratello Lyle per l’omicidio dei genitori nel 1989. Lo ha stabilito un tribunale di sorveglianza della California, precisando che l’uomo potrà presentare una nuova richiesta solo tra tre anni. Oggi è in programma l’udienza per Lyle, detenuto nello stesso penitenziario di San Diego.

La decisione è arrivata dopo un’udienza di dieci ore, durante la quale il 57enne Erik è stato interrogato sulle ragioni del crimine e sulle violazioni disciplinari avvenute in carcere. Il commissario Robert Barton ha dichiarato che Menendez non è ancora pronto per il rilascio. “Credo nella redenzione, altrimenti non farei questo lavoro”, ha affermato, “ma in base agli standard legali riteniamo che rappresenti ancora un rischio per la sicurezza pubblica”.

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Nel corso dell’udienza, Erik ha raccontato in modo dettagliato gli ultimi anni di vita e le circostanze che lo portarono a commettere l’omicidio dei genitori. “Non sono stato cresciuto con una base morale”, ha spiegato. “Sono stato cresciuto per mentire, imbrogliare, rubare. Mio padre mi insegnava a barare persino nelle partite di tennis, se lo chiedeva. Non ho mai avuto un concetto chiaro di giusto e sbagliato”.

Erik e Lyle Menendez furono condannati all’ergastolo nel 1996 per l’omicidio a colpi di fucile del padre José e della madre Kitty nella loro villa di Beverly Hills. All’epoca dei fatti avevano rispettivamente 18 e 21 anni. La difesa sostenne che i fratelli agirono per legittima difesa dopo anni di presunti abusi sessuali da parte del padre, mentre l’accusa parlò di delitto motivato da un’eredità multimilionaria, descrivendo gli omicidi come spietati e dettati da interessi economici.

Durante il processo numerosi familiari di Erik hanno testimoniato in suo favore, esprimendo sostegno per la concessione della libertà vigilata. Il rifiuto odierno sposta però l’attenzione sul governatore Gavin Newsom, chiamato a valutare una richiesta di clemenza avanzata dai fratelli. La misura potrebbe tradursi in una riduzione della pena o, in casi estremi, in una grazia, ma non annullerebbe le condanne.

Il tema della clemenza appare delicato anche dal punto di vista politico, poiché Newsom è considerato un possibile candidato alla presidenza. Parallelamente, i Menendez hanno chiesto un nuovo processo sulla base di presunte nuove prove. La richiesta è al vaglio di un giudice, ma incontra l’opposizione dell’ufficio del procuratore distrettuale di Los Angeles.

I fratelli hanno ottenuto il diritto a chiedere la libertà vigilata dopo che, lo scorso maggio, un giudice di Los Angeles ha ridotto le loro condanne dall’ergastolo senza possibilità di rilascio a 50 anni di reclusione. La decisione li ha resi immediatamente idonei alla condizionale, in virtù della legge californiana che considera i reati commessi da imputati sotto i 26 anni con criteri diversi rispetto agli adulti.