Come possono gli allenatori cambiare le prestazioni delle loro squadre?

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Se sei un appassionato di sport, che sia calcio, basket, volley o qualsiasi altro, avrai spesso sentito dire il classico motto: “Nel bene o nel male, è tutta colpa dell’allenatore”. E quella che sembra essere solo una frase fatta è in realtà una chiave significativa che spiega il forte impatto che ha un allenatore all’interno di una squadra sportiva, non solo in termini di strategia o tecnica, ma soprattutto a livello psicologico. Ed è proprio di psiche e sport che vogliamo parlare, mettendo in relazione due mondi che si completano e influenzano attivamente da sempre.

Riuscire a influire positivamente sulle prestazioni della squadra che si allena è un plus che passa attraverso un percorso preciso e profondo. E tu stai per scoprire come funziona!

Fare l’allenatore è un mix tra architettura e motivazione

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Sì: per descrivere un allenatore si pensa spesso all’unione tra un architetto e un motivatore: il primo rappresenta infatti l’aspetto tattico e strutturale, mentre il secondo è capace di introdurre un coinvolgimento psicologico.1 che unisce atleta e allenatore. Ti sei mai chiesto quali sono gli aspetti chiave del legame atleta-allenatore? Sono quattro: la vicinanza, l’impegno, la complementarità e il rispetto.

Numerosi studi dimostrano che negli sport la figura del leader tecnico è indispensabile, anche avendo in campo un vero trascinatore, che spesso coincide con il capitano. L’allenatore diventa il simbolo della coesione del gruppo e ovviamente della performance in campo come naturale conseguenza. Non si tratta quindi di scegliere una tattica, un modulo di gioco e così via: nulla viene lasciato al caso, dall’allenamento settimanale alle rifiniture pre-partita che si concludono con un discorso motivazionale prima di scendere in campo.

Strategia e tattica: perché non è mai solo questione di numeri

Ogni allenatore porta con sé qualcosa di unico, spesso di rivoluzionario o semplicemente qualcosa di inaspettato che non rispecchia il volere della società. In tutti questi casi, cambia il destino di una squadra, sia nel bene che nel male. Pensiamo per esempio a un coach come Pep Guardiola, che ha saputo trasformare con il suo concetto di “tiki-taka” squadre blasonate come il Barcellona prima e il Manchester City poi, team che allena tuttora.

Discorso ben diverso rispetto alla recente parentesi di Thiago Motta alla Juventus.2, che, dopo una stagione da ricordare con il Bologna nel 2023–2024 è stato malamente esonerato dai Bianconeri per non aver saputo lasciare il segno con il suo modello di gioco.

Nel caso di Motta, a differenza di Pep e di molti altri coach di successo, è mancato un aspetto pratico: l’adattamento al nuovo team. Nonostante le abilità di lettura dei giocatori, degli avversari e le analisi pratiche sul gioco, è venuta a mancare la capacità di “cambiare schema” per ribaltare una partita.

Tra psicologia ed emozioni da gestire: anche questo è sport

L’aspetto fisico, la forza e la resistenza sono essenziali nello sport (a prescindere dalla disciplina), ma esiste un ulteriore aspetto da considerare: il mental coaching.3, perché saper gestire il lato umano di una squadra di atleti può fare la differenza. Ciò significa che, oltre alla razionalità, è importante saper integrare l’emotività e soprattutto gestirla con equilibrio.

Non vi è disciplina sportiva oggi senza un buon allenamento mentale, qualcosa di invisibile ma estremamente potente nello spogliatoio di qualsiasi team. È per questo motivo che viene introdotto il concetto di allenatore come motivatore e persino come terapeuta (ampliando questo ruolo).

Prova a pensare a un personaggio come Carlo Ancelotti, noto per la sua calma, la capacità di ascolto e il forte senso di fiducia che trasmette ai suoi giocatori. In questo modo ogni partita diventa un rituale di gruppo, utile nei momenti positivi, ma soprattutto quando un team vive un periodo di crisi. Se un allenatore infonde calma, è possibile che tutto il gruppo ritrovi e mantenga la concentrazione nel lungo periodo.

La comunicazione è il valore aggiunto

Saper comunicare bene vuol dire poter contare su diversi benefici legati al cosiddetto feedback diretto. Se un giocatore sbaglia un passaggio, reagire in modo burbero e furioso potrebbe metterlo in forte crisi e bloccare la sua voglia di mettersi in gioco e dimostrare di meritare più fiducia.

Grazie a un approccio costruttivo e corretto è possibile stimolare il giocatore, senza screditarlo o demoralizzarlo, così da favorire il miglioramento delle sue performance e dell’autostima nel lungo periodo. E non servono chissà quali frasi motivazionali: basta un messaggio semplice e diretto per rendere memorabile il concetto condiviso.

Gli esperti di psicologia dello sport suggeriscono che un allenatore dovrebbe ottenere fiducia e rispetto promuovendo comportamenti positivi, poiché questi vengono percepiti come più incoraggianti e aumentano il senso di appartenenza al gruppo. Ma se la comunicazione è un must, c’è anche una forte componente di ansia che un giocatore sviluppa, e ne parleremo nel prossimo capitolo.

L’incubo di dati e statistiche: la pressione psicologica

Lo sport di oggi ruota attorno a dati, statistiche e analisi di partite passate e avversari del prossimo turno. Ogni allenatore ha infatti a disposizione una vasta gamma di dati che non vanno considerati solo come numeri, ma come prova concreta di come la squadra risponde nelle fasi più impegnative. Ed è vero che l’analisi dati ha permesso a molte squadre di ottimizzare i carichi di allenamento (come detto da un report di Stats Perform), ma al tempo stesso può presentare anche aspetti più rischiosi.

La parte umana di ogni giocatore può essere toccata in modo diretto e andare a creare una pressione psicologica che lo metterà in difficoltà: un classico esempio di tale comportamento è quanto accaduto a Jannik Sinner.4 dopo la sconfitta al Roland Garros, prima di riscattarsi a Wimbledon contro Carlos Alcaraz. Quindi è fondamentale fare attenzione, perché se le statistiche sono usate male rischiano di compromettere la fiducia degli atleti – ed è tutto ciò che un buon allenatore non vuole!

Ma come si gestisce la pressione, non potendo ovviamente rinunciare alle statistiche? Spetta all’allenatore fare da scudo davanti a tifosi esigenti, media pungenti e risultati che tendono a non arrivare. Alcuni coach famosi, come Jürgen Klopp, hanno costruito una nomea di grande successo, imparando a gestire al meglio i team allenati durante i momenti di difficoltà. Per la serie: quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare!

L’importanza e il rispetto per la salute mentale nello sport

Si parla spesso di quanto sia importante l’attività fisica per migliorare il benessere psicofisico, aiutando a mantenere la salute ma anche a gestire stress e ansia. Pochi però sottolineano che l’approccio psicologico è altrettanto importante quando si pratica sport a medio-alto livello. La salute mentale è un tassello fondamentale che non deve mai essere dimenticato, e per aiutarti a comprendere il suo ruolo vogliamo fare un esempio pratico.

Uno dei migliori allenatori/scudo del nostro tempo è sicuramente Claudio Ranieri, l’uomo con il “culto del sacrificio” e con la filosofia del lavoro duro che ha trasformato il mito del Leicester5 in un vero fenomeno della Premier League inglese. È bastata una stagione per permettere a Ranieri di plasmare l’identità del gruppo e rendere indimenticabile l’annata.

La salute mentale, e in linea ancora più generale la psicologia, è lo strumento più efficace e imprescindibile per lo sport moderno. Non è più solo questione di schemi e moduli, ma è un modo impeccabile per mettere al centro i giocatori, ascoltarli e offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno.

Conclusione

Come tifoso e appassionato avrai imparato a osservare la panchina più del campo, perché è lì che si svolge la parte più interessante del match, essendo spesso il luogo che desta maggiore curiosità. Come abbiamo visto, un allenatore può cambiare le prestazioni di una squadra in tantissimi modi, diventando il tassello chiave per il successo di un team.

Dalla panchina è possibile comprendere cosa stia vivendo una squadra, in che momento di tensione si trovi un coach e che approccio sta adottando per richiamare all’ordine e motivare i suoi giocatori. Ogni partita nasce da un equilibrio sottile tra strategia, emozione, comunicazione e contesto culturale, dove ovviamente è la capacità di far interagire questi aspetti a determinare il successo di un allenatore.

Imparare a cambiare le cose quando si vive un momento di difficoltà, o gestire le emozioni di nervosismo, rammarico ed esuberanza dei calciatori è la vera abilità aggiuntiva che deve avere un mister. Ed è qui che troveremo sempre la chiave del successo!

  1. “Il Settore Tecnico lancia il corso in ‘Psicologia del Calcio’. Albertini: ‘Un’offerta formativa sempre maggiore’” Scritto da Redazione, Pubblicato da FIGC
  2. “Risultatista” o “Giochista”?, Scritto da Carlo Pellegatti, Pubblicato da Scommesse.io
  3. “Psicologia dello sport: è importante? Come lavora lo psicologo sportivo?” Scritto dal Dott. Riccardo Borgacci, Pubblicato da MyPersonal Trainer
  4. “Wimbledon, la battaglia è nella mente: Sinner e il fardello psicologico contro Alcaraz”, Scritto da Giacomo Corsetti, Pubblicato da Il Fatto Quotidiano
  5. “Leicester, 5 anni fa la vittoria in Premier League: che fine hanno fatto i protagonisti del miracolo”, Scritto da Massimiliano Vitelli, Pubblicato da GQ Italia