Ucraina - la Russia trasforma le regioni occupate in basi militari: nuove infrastrutture per droni e truppe

La Russia sta trasformando le aree dell’Ucraina occupata in una vasta base militare, utilizzando infrastrutture civili come piattaforme per future operazioni offensive. Mentre i negoziati di pace restano lontani e Donald Trump auspica un incontro diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, Mosca consolida la propria presenza con un piano che, secondo il Kyiv Independent, segna una nuova fase del conflitto.
Un’indagine condotta su fotografie satellitari rivela la conversione di strutture civili nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk in basi per soldati, depositi di munizioni e aree di lancio per droni. Tra gli esempi più evidenti figura l’ex aeroporto internazionale di Donetsk: rimasto in rovina per oltre dieci anni, nelle immagini satellitari di luglio appare con la pista ripavimentata, rifugi costruiti lungo l’area e un hangar sorto al posto del terminal distrutto.
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Secondo l’analista Vadym Hlushko, fondatore del progetto di intelligence open source ucraino Kiberboroshno, queste strutture sarebbero utilizzate per i droni kamikaze russi-iraniani Shahed a lungo raggio. Oltre alle postazioni principali, sarebbero state create anche installazioni false per confondere i rilevamenti. L’esperto avverte che i lanci dall’aeroporto di Donetsk potrebbero includere droni equipaggiati con proiettili d’artiglieria da sganciare lungo la traiettoria di volo.
Il Kyiv Independent sottolinea come Mosca stia sistematicamente riutilizzando infrastrutture civili per scopi militari. Una strategia che si intreccia con le ipotesi di “scambi territoriali” proposte dall’ex presidente Usa Trump, secondo cui Donetsk e Luhansk potrebbero essere cedute a Mosca in un accordo di pace, nonostante la Russia non le controlli interamente. L’Institute for the Study of War ha avvertito che la creazione di basi avanzate russe potrebbe rappresentare una minaccia anche per i Paesi Nato.
Testimonianze locali raccolte dal giornale raccontano la trasformazione capillare del territorio. Un attivista del gruppo partigiano Zla Mavka descrive officine vuote convertite in caserme, con convogli che entrano ed escono di notte. Petro Andriushenko, consigliere del sindaco di Mariupol in tempo di guerra, conferma che gran parte del Donbass è già una base militare russa e che ciò che emerge pubblicamente rappresenta solo una minima parte delle installazioni reali.
Video diffusi da militari russi sui social mostrano fabbriche, scuole e resort trasformati in avamposti: a Berdiansk un’ex fabbrica di trattori è diventata base militare, a Dovzhansk un ex caseificio è stato riconvertito in officina per veicoli, mentre una scuola a Oleksandrivka viene utilizzata come rifugio per carri armati. In Crimea e lungo il Mare d’Azov molti resort estivi risultano trasformati in caserme.
Dal 2014 Kiev ha rafforzato le città chiave ancora sotto il proprio controllo in Donetsk e Luhansk, come Pokrovsk, Kupiansk, Kostyantynivka e Kramatorsk, che resistono a continui assalti e bombardamenti. Secondo la stampa ucraina, un eventuale scambio territoriale che includesse queste aree significherebbe consegnare a Mosca alcune delle difese più fortificate del Paese.