Pippo Baudo - camera ardente fino alle 12: Chiambretti lo ricorda come rivoluzionario della tv

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Credo che Pippo Baudo incarnasse tutti noi, con i nostri pregi e i nostri difetti. Così come Alberto Sordi. Nei suoi spettacoli entravano spesso politica e attualità, segno di una visione a 360 gradi sui fatti, non solo sulla musica e sullo spettacolo. Il Festival di Sanremo era una cassa di risonanza e lui si trovò più volte a gestire e risolvere situazioni delicate anche con sindacati e lavoratori”.

Con queste parole Piero Chiambretti ha ricordato il re della televisione entrando alla camera ardente di Baudo, allestita al Teatro delle Vittorie e aperta fino alle 12 di oggi. “È stato considerato un conservatore, ma in realtà era rivoluzionario: ha inventato la televisione. Per me venire qui questa mattina è stato un colpo molto duro”.

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Chiambretti ha sottolineato come Baudo, insieme a figure come Raffaella Carrà e Fabrizio Frizzi, abbia contribuito a rendere grande la Rai: “L’azienda deve ricordarli nel modo migliore. Non basterà uno spettacolo. Il Teatro delle Vittorie, che lo ha visto protagonista in tante occasioni, meriterebbe di portare il suo nome, come proposto da Lino Banfi”.

Sul tema di un possibile erede, Chiambretti è netto: “Un erede di Baudo non esiste”. Poi un ricordo personale: “Io e Pippo condividevamo lo stesso dentista. Spesso ci incontravamo lì: a me serviva molta anestesia, mentre lui apriva la bocca e dormiva”.