Dazi USA al via: raddoppiano le tariffe contro l'India, il Brasile si rivolge al Wto

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Entrano in vigore da oggi i nuovi dazi statunitensi voluti da Donald Trump, annunciati lo scorso 1° agosto. Le misure colpiscono in particolare l’India, con tariffe raddoppiate in risposta all’acquisto di petrolio russo, e prevedono un aumento fino al 100% su chip e semiconduttori importati.

Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, il tycoon ha preannunciato ulteriori sanzioni. “All’entrata in vigore mancano ancora otto ore: vedrete molto altro, ci saranno sanzioni secondarie”, ha dichiarato Trump, confermando la linea dura contro l’India. Nello stesso evento, affiancato dal CEO di Apple Tim Cook, ha annunciato che il colosso tecnologico investirà 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, definendolo “il maggiore investimento mai realizzato da Apple in America e nel mondo”.

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Compagnie come Apple tornano a casa – ha aggiunto Trump – Un anno fa eravamo un Paese morto, ora siamo il Paese più ‘caldo’ al mondo dal punto di vista economico”. L’amministrazione ha inoltre firmato un ordine esecutivo che introduce un ulteriore dazio del 25% sulle importazioni indiane legate, direttamente o indirettamente, al petrolio russo. Il documento cita motivi di sicurezza nazionale e politica estera come base della decisione.

La reazione di Nuova Delhi non si è fatta attendere. Il ministero degli Esteri indiano ha definito le tariffe “ingiuste, ingiustificate e irragionevoli”, sottolineando che le importazioni energetiche dell’India si basano su logiche di mercato e sono finalizzate a garantire la sicurezza energetica per 1,4 miliardi di cittadini.

Contemporaneamente, il Brasile ha presentato un reclamo formale al Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) contro i dazi del 50% imposti dagli Stati Uniti su numerosi prodotti brasiliani. Due fonti governative hanno confermato all’AFP che si tratta del primo passo legale intrapreso dal governo di Lula dopo l’entrata in vigore delle nuove tariffe.