Satanismo bandito in Russia: la Corte Suprema lo equipara al neonazismo
La Russia mette al bando il satanismo, equiparandolo al neonazismo. La Corte Suprema ha deciso di considerarlo un’organizzazione estremista, vietandone ogni attività nel paese. Una mossa che suscita scalpore e riflessioni sul confine tra libertà di culto e sicurezza pubblica. Questa decisione segna un cambiamento significativo nelle politiche russe contro le ideologie considerate pericolose, sollevando interrogativi sulla libertà religiosa e sui limiti della repressione.

La Corte Suprema russa ha ufficialmente incluso il satanismo tra le organizzazioni considerate "estremiste", decretandone il divieto su tutto il territorio nazionale. La decisione arriva dopo la petizione presentata dalla Procura generale, che ha chiesto l’intervento per contrastare quello che definisce un movimento fondato su "ideologia estremista" e incitamento all’odio contro le religioni tradizionali.
Il procuratore generale Igor Krasnov ha motivato la richiesta affermando che il cosiddetto "movimento satanico internazionale" promuove pubblicamente atti estremisti, incita alla distruzione e al vandalismo contro chiese ortodosse, cappelle e simboli religiosi. I membri sarebbero inoltre coinvolti in riti occulti e farebbero uso di simboli riconducibili all’estremismo.
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Secondo la Procura, le basi ideologiche del movimento derivano da pubblicazioni già classificate come materiale estremista. Il movimento, si legge nella nota diffusa su Telegram, sarebbe anche "strettamente legato a forme di nazionalismo radicale e neonazismo", oltre ad essere accusato di gravi crimini, tra cui omicidi rituali e reati contro minori.
La sentenza giunge in seguito a una tavola rotonda tenutasi lo scorso aprile alla Camera dei Deputati, incentrata sulla lotta al satanismo. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Moscow Times, durante l’incontro sono stati tracciati parallelismi tra il satanismo, il nazismo e il movimento LGBTQ+, descritti come strumenti di una presunta "guerra ibrida" condotta dall’Occidente per distruggere i valori tradizionali della società russa.