Garlasco, nuove analisi sulle impronte: accertamenti sulla spazzatura dei Poggi

Si apre oggi una nuova fase investigativa nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, con l’inizio degli accertamenti sulle impronte digitali rinvenibili nei rifiuti raccolti nella villetta di Garlasco. L’udienza è fissata alle ore 11 presso il Tribunale di Pavia, davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, per conferire l’incarico al dattiloscopista Domenico Marchigiani e formulare il quesito tecnico.
L’obiettivo è quello di effettuare verifiche “mediante tecniche di laboratorio idonee alla esaltazione di eventuali impronte latenti” su alcuni oggetti specifici: un’etichetta in carta arancione Estathé, un sacchetto della spazzatura, un sacchetto di biscotti e uno di cereali. Il provvedimento è stato firmato dalla giudice il 17 luglio ed è ora a disposizione delle parti.
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Si tratta di materiali già al centro delle analisi svolte nei mesi scorsi dalla genetista Denise Albani, incaricata di cercare eventuali tracce di DNA riconducibili ai soggetti coinvolti nel caso. Le precedenti analisi hanno rilevato unicamente materiale genetico della vittima sui sacchetti e sullo yogurt Fruttolo, mentre tracce dell’allora fidanzato Alberto Stasi sono state trovate sulla cannuccia di una bevanda al gusto pesca.
L’esame dattiloscopico potrebbe ora rafforzare l’ipotesi secondo cui solo Chiara Poggi e Stasi avrebbero maneggiato quegli oggetti. Nessuna traccia è emersa finora del nuovo indagato Andrea Sempio, che deve rispondere dell’accusa di omicidio in concorso con “altri soggetti o con Alberto Stasi”, già condannato a 16 anni di carcere. Secondo l’imputazione, Chiara sarebbe stata colpita più volte con un oggetto contundente, compatibile con un’unica arma.
A oltre un mese dall’apertura dell’incidente probatorio, restano ancora da analizzare i frammenti di unghie prelevati alla vittima. Su questi, secondo quanto sostenuto dalla Procura e dalla difesa di Stasi, sarebbero presenti due DNA maschili, di cui uno riconducibile a Sempio. Tuttavia, questi approfondimenti potranno avvenire solo sulla documentazione, poiché le unghie sono state consumate integralmente durante la perizia svolta anni fa dal genetista Francesco De Stefano. La sua conclusione, condivisa dai consulenti, fu che nessuna delle tracce genetiche fosse attribuibile a un soggetto identificabile.