Sfida commerciale: sempre più canadesi boicottano i prodotti USA in risposta ai dazi Trump
In risposta ai dazi imposti da Trump, sempre più canadesi scelgono di boicottare i prodotti statunitensi, dando vita a un movimento di protesta senza precedenti. Centinaia di migliaia di consumatori si stanno unendo in un'attiva dimostrazione di solidarietà e autonomia economica, soprattutto nel settore alimentare e dei beni di largo consumo. Un fenomeno che potrebbe segnare uno scenario nuovo nelle relazioni commerciali tra Canada e Stati Uniti. La domanda ora è: fino a che punto arriverà questa sfida?

In Canada cresce la protesta dei consumatori: centinaia di migliaia di cittadini, indignati dai recenti dazi imposti da Donald Trump, decidono di boicottare i prodotti statunitensi. Il fenomeno, nato soprattutto nel settore alimentare e nei beni di largo consumo, riflette un vero e proprio attivismo economico popolare.
Dallo scorso 1º febbraio Trump ha introdotto tariffe del 25 % su tutti i beni provenienti da Canada e Messico e del 10 % su quelli cinesi, compresi 10 % sulle esportazioni energetiche canadesi come petrolio e gas. La risposta di Ottawa non si è fatta attendere: molti canadesi hanno scelto di sostenere l’industria nazionale, privilegiando marchi locali e acquistando prodotti contrassegnati da etichette “Made in Canada”.
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L’effetto immediato di questa mobilitazione è visibile nei carrelli della spesa: frutta e verdura locali, birre, vini e prodotti caseari canadesi hanno registrato un +15 % di vendite, secondo le prime stime dei distributori. I consumatori, oltre alle campagne online, hanno iniziato a evitare catene con forti legami statunitensi a favore di negozi e produttori canadesi.
La scelta di boicottare non è limitata ai generi alimentari. Alcune famiglie hanno rinunciato a servizi americani come piattaforme digitali e viaggi negli Stati Uniti, preferendo vacanze e abbonamenti locali. Allo stesso tempo, il governo canadese valuta contromisure commerciali, anche se invita alla cautela per evitare una spirale di ritorsioni.
Dietro questa reazione c’è la consapevolezza di un rapporto economico paritario ma fragile. Il Canada, secondo partner commerciale degli USA, esporta ogni giorno miliardi di dollari verso il vicino meridionale, e teme il rischio di una escalation protezionistica che danneggerebbe famiglie e aziende di entrambi i Paesi.
Il boicottaggio spontaneo è quindi visto come un segnale chiaro: i consumatori canadesi chiedono un immediato ritiro dei dazi e una ripresa del dialogo con Washington. Resta da capire se la pressione economica dal basso sarà sufficiente a influenzare il negoziato tra i due Paesi.