Vitalizi, la Camera conferma il taglio: respinto il ricorso degli ex deputati
La battaglia sui vitalizi si chiude con una conferma definitiva: la Camera respinge il ricorso di circa 800 ex deputati contro il taglio deciso nel 2018. La decisione del Collegio di Appello rafforza la volontà di riformare un sistema che, nel tempo, aveva generato molte polemiche. Ora, il percorso verso una maggiore trasparenza e equità nei privilegi parlamentari prosegue senza esitazioni, segnando un importante passo avanti per la trasparenza istituzionale.

Nessun passo indietro sul taglio dei vitalizi: la Camera dei deputati ha respinto il ricorso presentato da circa 800 ex parlamentari contro la delibera del 2018 che ha ridotto gli assegni.
Il Collegio di Appello della Camera ha esaminato l'appello relativo alla sentenza di primo grado sul cosiddetto taglio dei vitalizi, confermando in toto l’impianto della delibera n. 14 del 2018, varata durante la presidenza di Roberto Fico. La decisione è stata assunta dai deputati Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino.
Restano valide anche le misure di mitigazione introdotte dall’Ufficio di Presidenza della precedente legislatura, in applicazione di alcune sentenze parziali emesse dagli organi di tutela durante quel periodo. Il quadro complessivo riguardante il ricalcolo dei vitalizi resta quindi immutato.
In un video pubblicato sui social, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha commentato la decisione definendola "un risultato importante" per una battaglia storica del M5S: "Abbiamo salvato il taglio dei vitalizi voluto dal M5S. Ricordate la delibera Fico del 2018? Bene, 1400 ex deputati volevano riprendersi i vitalizi. Eravamo presenti nel collegio di appello di Montecitorio e abbiamo respinto la richiesta".
Conte ha poi sottolineato la differenza rispetto alla situazione al Senato, dove i vitalizi sono stati ripristinati: "Quando il M5S non può decidere, i privilegi ritornano. Non eravamo nel collegio che decideva al Senato. Così come non siamo al governo, ed è così che si permette l’aumento degli stipendi di ministri e sottosegretari mentre gli italiani si impoveriscono".