Garlasco - Omicidio di Chiara Poggi, dopo un mese nessuna traccia di Andrea Sempio nell'incidente probatorio

A quasi un mese dall'apertura dell’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, a Garlasco, nessuna traccia collega Andrea Sempio alla scena del crimine. Nonostante le numerose analisi su circa sessanta reperti, l’amico del fratello della vittima rimane fuori dal quadro investigativo. La vicenda si fa sempre più intricata mentre si attende una svolta decisiva nelle indagini. La verità potrebbe ancora nascondersi tra le ombre di questa vicenda irrisolta.

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A quasi un mese dall'inizio dell'incidente probatorio sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, avviato il 17 giugno, non emerge alcun elemento che colleghi Andrea Sempio alla scena del crimine. Nonostante le numerose analisi condotte su circa sessanta reperti e tracce biologiche raccolti nella villetta di via Pascoli, l’amico del fratello della vittima non compare tra i soggetti geneticamente rilevati.

Le indagini, concentrate su impronte, tamponi, residui alimentari e oggetti presenti nell’abitazione, non hanno restituito alcun riscontro utile contro il nuovo indagato. Sempio resta formalmente sotto esame per il possibile concorso nell'omicidio del 13 agosto 2007, insieme ad Alberto Stasi o ad altri soggetti ignoti, ma allo stato attuale non ci sono elementi sufficienti per formulare un’imputazione nei suoi confronti.

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Secondo gli accertamenti dei periti, le sessanta impronte rilevate nella casa sono risultate tutte negative al sangue. Anche la traccia 10, situata sulla parte interna della porta d’ingresso e inizialmente considerata rilevante, non contiene alcuna sostanza ematica né è attribuibile a Sempio. Sul tappetino del bagno sono presenti solo tracce della vittima e, probabilmente, del padre Giuseppe Poggi. Nessuna evidenza genetica è stata rinvenuta sugli oggetti presenti nella spazzatura.

Per quanto riguarda il fronte genetico, le tracce analizzate appartengono esclusivamente alla vittima e ad Alberto Stasi. In particolare, su una bevanda consumata con una cannuccia è stato isolato il DNA di Stasi. Sulla garza prelevata dalla bocca di Chiara, invece, è stato identificato il profilo genetico di un assistente del medico legale, riscontrato anche in un altro frammento misto a una traccia ignota. La genetista Denise Albani ha ipotizzato una possibile contaminazione durante le procedure autoptiche, dato l’esiguo quantitativo di DNA maschile rilevato.

Resta un solo elemento potenzialmente decisivo: i due profili maschili rilevati sotto le unghie di Chiara, esauriti durante le precedenti analisi del processo d'appello bis. Il perito Francesco De Stefano aveva già concluso che non erano attribuibili. Spetterà ora alla genetista Albani valutare se l’aplotipo Y individuato possa essere compatibile con Andrea Sempio, come sostenuto dalla Procura e dalla difesa di Stasi.

Fuori dall’incidente probatorio rimane l’impronta 33, rinvenuta sulla parte destra delle scale interne dove venne ritrovato il corpo. I consulenti della Procura la attribuiscono a Sempio, mentre quelli della difesa e della famiglia Poggi la escludono. Si tratta di una traccia palmare non insanguinata, non databile e situata in un punto che, secondo le sentenze, non sarebbe stato percorso dall’assassino. L’unico modo per chiarire definitivamente la sua origine resta una nuova perizia.