Conferenza per l'Ucraina a Roma: firmati oltre 200 accordi per la ricostruzione, investimenti per 10 miliardi
A Roma si è aperta una giornata storica per l’Ucraina, con oltre 200 accordi firmati e investimenti superiori ai 10 miliardi di euro. La Conferenza internazionale alla Nuvola dell’Eur ha visto la partecipazione di oltre 8.300 persone, inclusi leader mondiali e delegazioni ufficiali. Un momento di speranza e rinascita che segna il cammino verso una ricostruzione solida e condivisa. La strada verso il futuro è stata tracciata: ora tocca al mondo sostenere questa rinascita.

Si è aperta con la firma di oltre 200 accordi per un valore complessivo superiore ai 10 miliardi di euro la Conferenza internazionale per la ripresa dell’Ucraina, ospitata alla Nuvola dell’Eur a Roma. L’evento, che si chiude oggi, ha riunito più di 8.300 partecipanti, tra cui un centinaio di delegazioni ufficiali con 15 capi di Stato e di governo, una quarantina di ministri degli Esteri, dieci commissari europei, circa 40 organizzazioni internazionali e 2.000 rappresentanti di imprese, tra cui 500 italiane.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha richiamato il bisogno urgente di un piano Marshall moderno per rilanciare il Paese, devastato dall’invasione russa. "Serve un piano coeso e su larga scala. Dopo un’aggressione su larga scala, è necessaria una ripresa su larga scala. Contiamo sull’Italia per essere protagonista in questo processo", ha dichiarato Zelensky.
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Il leader ucraino ha inoltre chiesto agli alleati di mantenere alta la pressione su Mosca. "Le sanzioni funzionano, ringraziamo l’Unione Europea, ma ora servono misure più dure dagli Stati Uniti. La Russia sta sabotando ogni tentativo di pace, Putin ha respinto tutte le proposte di cessate il fuoco, inclusa quella americana".
Dal palco della conferenza, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito il sostegno italiano a Kiev: "L’Italia è al fianco dell’Ucraina. Non la lasceremo sola, né oggi né domani". Ha poi lanciato un appello al settore privato: "La sfida della ricostruzione può essere vinta solo con una forte mobilitazione dei capitali e degli investimenti privati". Meloni ha ricordato il miracolo economico italiano del dopoguerra, auspicando un futuro simile per Kiev.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ripreso lo stesso paragone, evocando l’esperienza della Germania post-bellica. Rivolgendosi direttamente a Putin e agli Stati Uniti, ha lanciato due messaggi: "A Putin dico che non smetteremo di combattere. A Washington e al presidente Trump: restate al nostro fianco per costruire insieme un nuovo ordine politico ed economico stabile".
Tra i risultati concreti della conferenza, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e l’omologo ucraino Oleksii Kuleba hanno firmato due intese su Odessa, per il recupero del patrimonio culturale e il miglioramento della rete idrica. "Non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un segnale forte dell’unità e della volontà di passare all’azione", ha affermato Tajani.
Intanto dagli Stati Uniti è giunto un nuovo segnale di impegno. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha riferito che il ministro russo Sergei Lavrov ha presentato una "nuova proposta" per risolvere il conflitto, durante un incontro a Kuala Lumpur. L'inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha definito la guerra una "catastrofe orribile" e confermato il ruolo attivo di Washington nella futura ricostruzione: "Siamo partner dell’Ucraina per sostenere lo sforzo post-bellico una volta raggiunto un accordo di pace".
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un ulteriore miliardo di euro in sostegno macrofinanziario, che si aggiunge ai 3 miliardi già previsti, e il lancio dell’European Flagship Fund, definito "il più grande fondo di equity al mondo per la ricostruzione", destinato a investimenti in energia, trasporti e industrie strategiche. "Stiamo scommettendo sul futuro dell’Ucraina", ha dichiarato. Le garanzie e le sovvenzioni presentate sbloccheranno oltre 10 miliardi di euro entro il 2028.
Non sono mancate polemiche. L’ambasciata russa a Roma ha criticato l’iniziativa, definendola "espressione della logica cinica e menzognera dell’Occidente, Italia compresa", accusando i Paesi partecipanti di "finanziare la prosecuzione della guerra". Proteste anche da parte di decine di giornalisti e operatori, rimasti per ore in attesa sotto il sole a causa di ritardi nell’accredito presso il Palazzo dei Congressi all’Eur.