Guerra in Ucraina: meno soldati, più droni e nuove fortificazioni leggere

La guerra in Ucraina si trasforma: meno soldati e più tecnologia. Le forze russe puntano su droni e difese leggere, riducendo l'impiego di carri armati e uomini sul campo. In risposta, Kiev adatta le proprie strategie, con linee più corte e fortificazioni invisibili ai radar. Un nuovo scenario che segna un passo decisivo nel conflitto, lasciando intravedere come l’innovazione possa rivoluzionare anche le battaglie più tradizionali.

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La guerra tra Ucraina e Russia sta cambiando volto. Sul fronte orientale, le forze russe adottano nuove strategie: meno uomini sul campo e più attacchi mirati con l’uso massiccio di droni, mentre le scorte di carri armati si riducono. Di conseguenza, anche Kiev ha modificato il proprio approccio difensivo, accorciando le linee del fronte e costruendo fortificazioni più piccole, meno visibili dall’alto e presidiate da gruppi ridotti, tra i 20 e i 50 soldati, posizionati vicino a zone boschive.

"Le fortificazioni non sono più solo trincee e blocchi di cemento. Sono sistemi ingegneristici adattivi pensati per contrastare le tattiche nemiche e proteggere i nostri soldati", ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov. Il commento è arrivato in risposta alle critiche provenienti dai livelli più bassi della catena di comando, che descrivono il rafforzamento delle difese come caotico e disorganizzato.

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In Ucraina, le unità militari godono di un certo grado di autonomia e flessibilità, ma l’attuazione delle nuove tecniche difensive è risultata frammentata. Sebbene il ministero della Difesa sovrintenda alla costruzione delle linee difensive, la realizzazione concreta è affidata a una rete eterogenea di attori: forze armate, unità locali, enti civili e il servizio statale per i trasporti speciali.

Secondo il capo di stato maggiore Olekdandr Syrsky, le postazioni più efficaci oggi sono costituite da piccoli distaccamenti, con trincee brevi e poco visibili, come le cosiddette "tane di volpe", studiate per eludere l’occhio dei droni. A differenza del passato, quando si costruivano reti difensive lunghe fino a 5 chilometri, ora si prediligono trincee di 60-70 metri coperte da protezioni contro i droni, in particolare quelli in fibra ottica e gli Fpv (pilotati in remoto via telecamere).

Dietro le prime linee, l’Ucraina continua a costruire due barriere difensive aggiuntive dotate di denti di drago, tetraedri di cemento progettati per fermare i mezzi corazzati russi. Mezzi che scarseggiano: la capacità industriale di Mosca non riesce a tenere il passo con le perdite e le riserve sovietiche sono quasi esaurite.

Secondo fonti ufficiali, oltre la metà delle fortificazioni previste per quest’anno è già stata completata. A Dnipro, dove le forze russe cercano di avanzare da Donetsk, esercito e autorità locali hanno costruito tre linee difensive solide in tempi rapidi. Ma non ovunque la situazione è così efficiente.

Secondo un’inchiesta di Politico Europe, nelle regioni nordorientali, come Sumy e Kharkiv, i lavori sono andati avanti lentamente. "In certe aree non è chiaro chi debba fare cosa", ha dichiarato Roman Pohorilyi, cofondatore del gruppo DeepState, che monitora la guerra tramite fonti aperte. "A Yunakivka ci sono blocchi di cemento abbandonati e trincee incomplete. La continuità delle fortificazioni è interrotta", denuncia.

Nel 2023, il premier Denys Shmyhal ha dichiarato che Kiev ha investito 46,2 miliardi di grivnie (circa 930 milioni di euro) per realizzare tremila punti difensivi in aree sensibili e in zone dove ancora non ci sono scontri diretti. Le trincee vengono ancora scavate a mano, spesso durante i combattimenti.

"Tutto dipende dal comandante", spiega un soldato. "Se dà ordine di scavare e piazzare mine, si costruisce. Ma se i russi vedono che stiamo scavando, attaccano subito l’area. Cercano punti deboli e appena ne trovano uno, concentrano lì tutte le forze".

Critiche anche alla gestione dell’area del Kursk, dove le truppe ucraine sono riuscite a contenere i russi per sei mesi nella regione di Sumy. Nonostante il tempo disponibile, le coperture anti-drone sono state installate solo da gennaio e le trincee costruite appena prima del ritiro ucraino, quando ormai gli attacchi dei droni erano quotidiani. "La strada che da mesi avrebbe potuto essere protetta è oggi un tragitto vulnerabile, su cui i nostri sistemi d’arma rischiano di essere colpiti con facilità", si legge nel report.