Putin e Macron si parlano dopo 3 anni: colloquio sul cessate il fuoco, mentre gli USA sospendono missili a Kiev
Dopo tre anni di silenzio, Putin e Macron riprendono il dialogo in un momento cruciale per la pace in Ucraina. Il lungo colloquio telefonico, che ha superato le due ore, segna un passo importante verso un possibile cessate il fuoco, mentre gli USA sospendono i missili a Kiev. Un incontro che potrebbe cambiare gli equilibri geopolitici e riaccendere le speranze di una risoluzione diplomatica.

Vladimir Putin ed Emmanuel Macron tornano a dialogare dopo tre anni di silenzio. Il colloquio telefonico, durato oltre due ore, si è svolto martedì 1 luglio e ha affrontato il tema del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, in un momento delicato del conflitto. Si tratta del primo contatto diretto tra i due leader dal 2022, anno dell’invasione russa dell’Ucraina.
L’Eliseo ha riferito che Macron ha ribadito il sostegno “incrollabile” della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell’Ucraina. Il presidente francese ha esortato a stabilire rapidamente un cessate il fuoco e ad avviare negoziati diretti tra Kiev e Mosca per arrivare a una soluzione “solida e duratura”. Secondo Parigi, i due presidenti continueranno a mantenere un dialogo aperto sulla questione.
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Il Cremlino ha offerto una lettura diversa della telefonata. Putin ha attribuito all’Occidente la responsabilità dello scontro, accusando gli Stati Uniti e i loro alleati di aver ignorato per anni le esigenze di sicurezza russe e di aver trasformato l’Ucraina in una piattaforma ostile. Secondo il leader russo, l’Occidente alimenta il conflitto fornendo armi moderne al “regime di Kiev”.
Nonostante le divergenze, Putin e Macron hanno discusso delle possibilità di una soluzione pacifica al conflitto. Il presidente russo ha ribadito la necessità di accordi “globali e duraturi” che affrontino le cause profonde della crisi ucraina e riconoscano le “nuove realtà territoriali”.
La telefonata arriva in un momento di forte tensione. La Russia rivendica il controllo totale della regione di Luhansk e, secondo fonti militari ucraine, sta ammassando circa 50.000 soldati nei pressi della regione di Sumy, facendo temere un’offensiva imminente. Una mossa che potrebbe rafforzare la posizione di Mosca in un’eventuale nuova fase negoziale.
Nel frattempo, gli Stati Uniti interrompono parte degli aiuti militari destinati a Kiev. Secondo quanto riportato da Politico, il Pentagono ha sospeso l’invio di missili antiaerei e munizioni di precisione per timori legati al livello delle scorte americane. La decisione è stata presa dal responsabile politico del Pentagono, Elbridge Colby, dopo una revisione interna sulle riserve di armi disponibili.
La sospensione riguarda parte degli aiuti promessi durante l’amministrazione Biden e sta entrando in vigore solo ora, mentre l’Ucraina fronteggia una nuova ondata di bombardamenti russi su Kiev e altre città. Fonti vicine al dossier, rimaste anonime, confermano che la decisione è stata formalizzata all’inizio di giugno. La Casa Bianca e il Pentagono non hanno rilasciato commenti ufficiali.