Trump pronto a revocare le sanzioni all'Iran, ma Teheran nega minacce agli ispettori AIEA

Il mondo osserva con trepidazione le mosse degli Stati Uniti e dell'Iran in un delicato equilibrio di tensioni e negoziati. Trump, pronto a revocare le sanzioni, solleva interrogativi sulla reale situazione nucleare di Teheran, che nega minacce agli ispettori dell'AIEA. La sfida tra diplomazia e conflitto si fa sempre più incerta, lasciando aperti numerosi scenari futuri. Ma cosa nasconde realmente questa complicata partita?

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che l'Iran era molto vicino a sviluppare un'arma nucleare prima degli attacchi aerei mirati condotti da Stati Uniti e Israele sui suoi impianti nucleari. Trump, in un'intervista a Fox News, ha affermato che l'Iran "non ha spostato l'uranio" dai siti colpiti, sottolineando che "è troppo pericoloso" per farlo. Inoltre, il presidente ha dichiarato di essere disposto a "revocare le sanzioni" se Teheran adotterà un comportamento pacifico, affermando che una tale mossa farebbe "una grande differenza" per la regione.

Trump ha poi esaltato l'efficacia delle operazioni militari condotte, dichiarando che il programma nucleare iraniano è stato "annientato come nessuno aveva mai fatto prima". Ha aggiunto che il sito sotterraneo di Fordow, un impianto nucleare iraniano, è stato "attraversato dalla bomba come se fosse burro", concludendo che "è stato tutto distrutto" e che le ambizioni nucleari iraniane sono state fermate "per un certo periodo di tempo".

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In risposta alle dichiarazioni di Trump, il governo iraniano ha negato ogni accusa riguardante minacce agli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). L'ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha ribadito che "non c'è alcuna minaccia" contro il direttore generale dell'AIEA, Rafael Mariano Grossi, né contro gli ispettori dell'agenzia. Iravani ha anche affermato che gli ispettori in Iran sono stati "in condizioni di sicurezza".

Il direttore dell'AIEA, Grossi, ha tuttavia dichiarato che l'Iran, il 13 giugno scorso, gli ha comunicato di aver adottato misure per proteggere le proprie attrezzature nucleari, suggerendo che l'uranio possa essere stato spostato. Grossi ha aggiunto che, sebbene non sia chiaro dove si trovi esattamente il materiale, "è logico presumere che, quando annunciano misure di protezione, ciò potrebbe implicare lo spostamento del materiale".

Riguardo agli effetti degli attacchi aerei, Grossi ha affermato che, nonostante i danni significativi subiti, l'Iran conserva ancora la capacità di riprendere l'arricchimento dell'uranio in breve tempo, contraddicendo le affermazioni di Trump che sostenevano che l'Iran fosse stato fermato "per decenni".

Nel frattempo, il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un colloquio telefonico con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, esprimendo preoccupazione per la sicurezza dei cittadini francesi detenuti in Iran e chiedendo il rispetto del cessate il fuoco nella regione. Macron ha anche ribadito l'importanza di rispettare gli accordi internazionali sul nucleare e di riprendere i negoziati su tale questione.

Infine, secondo fonti anonime citate dal Washington Post, alcuni funzionari iraniani avrebbero riconosciuto che gli attacchi aerei statunitensi non sono stati così devastanti come previsto, sebbene la Casa Bianca abbia respinto tali affermazioni, sostenendo che il programma nucleare iraniano è ormai "finito".