Nuovo stop per il caso Garlasco: blackout blocca le analisi, si riparte il 4 luglio

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Un blackout improvviso ha interrotto le operazioni dell’incidente probatorio nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Garlasco, rallentando il lavoro dei periti incaricati dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. Il guasto elettrico ha colpito l’area della questura di Milano durante le analisi affidate alla genetista Denise Albani e al dattiloscopista Domenico Marchigiani.

L’interruzione è avvenuta quando mancavano ancora quattro dei 34 adesivi dattiloscopici da esaminare. Questi dispositivi erano stati utilizzati per repertare le impronte trovate nella villetta dove fu uccisa Chiara Poggi. A riferirlo sono stati l’avvocato Angela Taccia, legale dell’indagato Andrea Sempio, e l’ex ufficiale del Ris Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi.

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Purtroppo c’è stato un blackout, quindi gli ultimi campioni non li abbiamo potuti analizzare, sarebbe stato rischioso proseguire. Tant’è che il verbale è stato redatto a mano”, ha spiegato Capra. Nessuna delle impronte analizzate ha dato esito positivo al test Obt per la rilevazione del sangue: “Gli Obt sono tutti negativi”, ha confermato l’esperto.

L’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi – condannato in via definitiva per l’omicidio – ha commentato: “Era evidente già dalle foto. L’unico dubbio per me riguarda l’impronta 10. Le altre non hanno mai sollevato perplessità. L’incidente probatorio è stato richiesto per la caratterizzazione genetica, non per la ricerca di sangue”.

Il tampone prelevato dall’impronta numero 10, lasciata sulla porta della villetta, sarà sottoposto a un ulteriore test specifico nei laboratori della polizia scientifica dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.

La prossima sessione di accertamenti è fissata per il 4 luglio. Intanto, sono terminate le campionature sui reperti trovati nella villetta otto mesi dopo il delitto, tra cui rifiuti e oggetti raccolti nella spazzatura. Capra ha spiegato che è stata fatta “una ricerca veloce e superficiale per individuare eventuali impronte visibili a occhio nudo con le luci forensi”. Nessun elemento rilevante è stato osservato, ha precisato.

Quanto alla possibilità di rilevare materiale biologico utile, Capra ha sottolineato la necessità di valutare eventuali contaminazioni, vista la lunga permanenza dei reperti – come una banana – nella stessa busta della spazzatura per otto mesi. “Se ci saranno dati, saranno importanti. Se saranno degradati o assenti, ne prenderemo atto”, ha aggiunto Bocellari, esprimendo l’auspicio che si possano ottenere risposte utili per chiarire quanto accaduto quella mattina.

Secondo quanto riferito dall’Adnkronos, la prossima settimana potrebbe essere decisiva per capire se le oltre 30 impronte repertate nella villetta di via Pascoli e sui resti della pattumiera (tra cui un fruttolo e una busta di biscotti) contengano quantità di DNA analizzabili. Gli oggetti sono rimasti sigillati insieme prima di essere separati e analizzati per la prima volta in questi giorni.

I dati preliminari, già comunicati ai consulenti delle parti, potrebbero fornire indicazioni importanti per le indagini della Procura di Pavia. La qualità del DNA rilevato sarà valutata nei prossimi giorni e la sua analisi approfondita inizierà il 4 luglio, con l’esame di una dozzina di provette, tra cui tamponi prelevati anche dalla vittima. Questa potrebbe essere l’ultima sessione prima di una possibile pausa nei lavori.