Cucchi, confermata in Appello la condanna al colonnello Sabatino per i depistaggi dopo la morte
La giustizia fa un passo avanti nel caso Cucchi, con la conferma in Appello della condanna per il colonnello Sabatino e altri coinvolti nei depistaggi dopo la tragica morte del giovane romano. Una sentenza che riafferma l'impegno a fare luce su una vicenda dolorosa e complessa, ribadendo l'importanza di verità e responsabilità. La strada verso la giustizia, anche se lunga, continua a proseguire con fermezza.

Confermata in Appello la condanna a un anno e tre mesi per il colonnello dei Carabinieri Lorenzo Sabatino, coinvolto nel processo per i depistaggi seguiti alla morte di Stefano Cucchi, il giovane romano arrestato il 15 ottobre 2009 e deceduto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini.
I giudici della Corte d’Appello di Roma hanno confermato anche la condanna a due anni e mezzo per il carabiniere Luca De Cianni, riconoscendo invece la prescrizione per il generale Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo e Luciano Soligo.
Leggi anche Sentenza d'Appello sui depistaggi Cucchi: Ilaria accusa i vertici dell'Arma
Assolti Massimiliano Colombo Labriola e Tiziano Testarmata, in precedenza condannati in primo grado a un anno e nove mesi. La pena di Francesco Di Sano è stata invece ridotta a dieci mesi.
Le accuse contestate, a vario titolo, comprendevano falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. I fatti riguardano i tentativi di sviare le indagini sul pestaggio subito da Cucchi dopo l’arresto, per evitare ripercussioni sui vertici dell’Arma.
Presente in aula Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che ha commentato: «La sentenza di oggi è estremamente importante, soprattutto in questo momento storico. Conferma la responsabilità della scala gerarchica successiva all’uccisione di mio fratello».
Nel processo di Appello, la procura generale aveva chiesto l’assoluzione per Sabatino, Di Sano e Testarmata «perché il fatto non costituisce reato» e la dichiarazione di prescrizione per Casarsa, Cavallo e Soligo, chiedendo invece la conferma delle condanne per Colombo Labriola e De Cianni.
Nel primo grado di giudizio, l’inchiesta condotta dal pm Giovanni Musarò aveva portato, il 7 aprile 2022, alla condanna di tutti e otto i carabinieri imputati. Secondo le motivazioni depositate dal giudice monocratico Roberto Nespeca, l’ampia istruttoria aveva permesso di accertare una precisa attività di sviamento, messa in atto subito dopo la morte di Cucchi, per allontanare i sospetti dall’Arma e dai suoi vertici.
Nel corso dell’Appello, due parti civili – agenti della Polizia Penitenziaria – hanno revocato la costituzione, come già avvenuto per la famiglia Cucchi, che resta parte civile nel procedimento.