Omicidio Garlasco, al via l'incidente probatorio: nuovi esami su DNA, impronte e reperti dimenticati

Parola alla scienza nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. Oggi, martedì 17 giugno, presso gli uffici della Polizia scientifica in via Fatebenefratelli a Milano, prende il via l’incidente probatorio decisivo per l’inchiesta riaperta sulla morte della 26enne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
I periti nominati dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli – la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani – si confronteranno con i consulenti delle parti per analizzare nuovi reperti, tracce biologiche e impronte digitali legate alla scena del delitto.
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Al centro dell'indagine c’è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato dalla Procura di Pavia. La priorità sarà verificare la corretta conservazione dei reperti, controllando se vi sia corrispondenza tra i verbali e il contenuto dei due scatoloni consegnati nei giorni scorsi da Medicina legale di Pavia e dai carabinieri di Milano ai due esperti.
Saranno esaminate 35 fascette para-adesive con impronte raccolte sul luogo dell’omicidio e materiale biologico in cerca di eventuali nuove tracce. Un altro punto cruciale riguarda la cosiddetta “traccia 10”, un’impronta rilevata subito dopo il delitto dal Ris di Parma sulla parte interna della porta d’ingresso della casa di Chiara. Secondo la Procura, non apparterrebbe né a Sempio né ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.
Sotto la lente anche l’analisi del contenuto della pattumiera della villetta, mai esaminato fino ad oggi. All’interno: due vaschette di Fruttolo, un brick di Estathè con cannuccia, due cucchiaini, un piattino di plastica, un sacchetto di cereali Special K e il cellophane di un pacchetto di biscotti. Elementi che potrebbero rivelare nuove tracce utili all’indagine.
Tra i reperti dimenticati, anche un frammento ritagliato dal tappetino del bagno con impressa la suola della scarpa a pallini, attribuita all’assassino. Verranno inoltre esaminati i grafici che, secondo la perizia firmata dal genetista Francesco De Stefano, indicano la presenza di due DNA maschili sotto le unghie della vittima, dato finora ritenuto scientificamente inutilizzabile. Sarà confrontato con il tampone salivare prelevato a Sempio il 13 marzo scorso.
Non sarà oggetto dell’approfondimento l’“impronta 33”, un’orma palmare priva di sangue lasciata sulla parete della scala dove fu ritrovato il corpo di Chiara. L’intonaco su cui era impressa è stato già esaurito durante le precedenti analisi. La traccia, secondo gli inquirenti, sarebbe riconducibile a Sempio.
Non sono attesi colpi di scena immediati: oggi rappresenta solo il primo confronto tra i dieci consulenti per stabilire le modalità operative. L’incidente probatorio si protrarrà per almeno tre mesi, aprendo una nuova fase decisiva per l'accertamento dei fatti.