Russia: Kiev dovrà distruggere le armi occidentali per la pace – Nuova richiesta nei negoziati con l'Ucraina

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La Russia intende chiedere ufficialmente all'Ucraina di distruggere tutte le armi occidentali ricevute, come condizione essenziale per un eventuale accordo di cessate il fuoco. Lo ha affermato il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko in un'intervista rilasciata al quotidiano Izvestia.

Secondo Grushko, gli armamenti forniti a Kiev rappresentano una minaccia anche per gli stessi Stati occidentali. L’alto funzionario ha dichiarato che il tema della smilitarizzazione dell’Ucraina potrebbe essere affrontato nel terzo round di colloqui bilaterali previsti a Istanbul entro fine giugno. Il vertice, ha spiegato, è in fase di preparazione dopo una conversazione tra Vladimir Putin e Donald Trump, come confermato dal consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov.

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Le nuove richieste di Mosca si aggiungono a quelle già incluse nel cosiddetto "memorandum di pace", presentato nel corso dell’incontro del 2 giugno a Istanbul. Tra le condizioni avanzate dalla Russia: il riconoscimento dell’annessione della Crimea e di quattro regioni parzialmente occupate (Kherson, Donetsk, Zaporizhia e Luhansk), il ritiro completo delle truppe ucraine e la loro smobilitazione.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che non è previsto alcun cambio nel formato negoziale attualmente in corso a Istanbul. “Non si è parlato di altre alternative”, ha dichiarato. Il secondo round dei negoziati si è svolto il 2 giugno, mentre il primo risale al 16 maggio.

Una posizione ufficiale da parte di Kiev è attesa dopo la conclusione del vertice del G7 in Canada, in programma fino al 17 giugno. Le trattative procedono parallelamente all’attuazione di alcuni accordi umanitari, con l’Ucraina che oggi ha annunciato la restituzione da parte della Russia di 1.245 corpi di cittadini ucraini, portando a oltre 6.000 il numero complessivo di soldati rimpatriati.

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è giunto a Vienna, dove è stato accolto con gli onori militari dal presidente austriaco Alexander Van der Bellen. Zelensky volerà poi in Canada per partecipare al G7 e per un nuovo incontro con Donald Trump. In programma anche un colloquio con il cancelliere austriaco Christian Stocker.

Si tratta della prima visita ufficiale di Zelensky in Austria dall'inizio del conflitto. Pur essendo un Paese neutrale e non appartenente alla NATO, l’Austria ha stanziato 300 milioni di euro di aiuti destinati all’Ucraina e ai Paesi limitrofi colpiti dalla guerra. Il Partito delle Libertà (FPÖ), forza di estrema destra austriaca, ha criticato la visita del leader ucraino, definendola una violazione della neutralità nazionale.