G7, tensione Israele-Iran sullo sfondo: Meloni spinge per la de-escalation diplomatica

Si apre oggi a Kananaskis, nella provincia canadese dell'Alberta, il vertice del G7, un appuntamento che segna i 50 anni dalla nascita del formato creato dopo la crisi petrolifera degli anni ’70 per affrontare le sfide economiche globali. L'edizione 2025 si svolge in un contesto internazionale segnato dalla crescente tensione tra Israele e Iran, che rischia di influenzare l’agenda dei lavori, pur senza stravolgerla.
Fonti diplomatiche italiane confermano che, nonostante l’emergenza in Medio Oriente, la presidenza canadese è determinata a mantenere il formato previsto, concentrandosi su temi strutturali. I lavori si aprono con una sessione ristretta del G7 incentrata su economia globale, sicurezza delle comunità, energia e materiali critici. In serata, è prevista una cena dedicata ai principali dossier internazionali, con particolare attenzione a Ucraina, Indo-Pacifico e Medio Oriente.
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La giornata di martedì sarà riservata all’outreach, articolato in due sessioni: la prima ancora sull'Ucraina, con la partecipazione del presidente Volodymyr Zelensky e un incontro previsto con la premier Giorgia Meloni; la seconda su innovazione tecnologica e sicurezza energetica. La chiusura del summit sarà accompagnata da una serie di documenti tematici su intelligenza artificiale, materiali critici, incendi e repressione transnazionale, temi prioritari per il Canada ospitante.
Dopo i bilaterali di ieri con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier britannico Keir Starmer, Meloni avrà oggi nuovi confronti, incluso con il padrone di casa Mark Carney. Al momento non è previsto un incontro bilaterale con il presidente americano Donald Trump, ma le fonti diplomatiche assicurano contatti tra i due leader.
Riguardo alla crisi tra Israele e Iran, l’Italia mantiene una posizione chiara: spingere per una de-escalation, sostenere la diplomazia e promuovere il dialogo. Non ci sarebbero segnali di disallineamento tra i partner, ma una volontà comune di trovare una soluzione condivisa. Rimane invece sullo sfondo l’ipotesi, avanzata da Trump, di un coinvolgimento di Vladimir Putin come mediatore nella crisi.
Un altro tema potenzialmente sensibile è quello dei dazi USA, non formalmente inserito nell’agenda, ma che potrebbe emergere nei colloqui tra i partner europei o con la delegazione americana, a margine dei lavori.
Tra i punti chiave del summit c’è anche la questione migratoria. Il Canada, raccogliendo il testimone dell’Italia, ha mantenuto alta l’attenzione sul contrasto all’immigrazione illegale. È prevista l’adozione di una dichiarazione condivisa che riaffermerà l’impegno del G7 su questo fronte, dando continuità al percorso iniziato a Borgo Egnazia nel 2024.