G7 in Canada, tensioni globali al centro: Meloni, Trump e i leader mondiali a confronto

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Tra crisi internazionali, venti di guerra e un’economia globale sotto pressione, si apre oggi, domenica 15 giugno, il G7 di Kananaskis, in Canada. Il vertice si svolge nella provincia dell'Alberta, tra le Montagne Rocciose e una cornice naturale che contrasta con l’instabilità geopolitica che grava sull’agenda dei sette Paesi più influenti del mondo.

L’incontro si tiene in un momento di forte tensione: l’offensiva di Israele contro i siti nucleari iraniani ha innescato una dura risposta da parte di Teheran, con missili lanciati verso lo Stato ebraico. Sullo sfondo, la guerra in Ucraina prosegue senza soluzione, mentre lo spettro dei dazi statunitensi continua a preoccupare le economie globali.

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Ad accogliere i leader è il nuovo primo ministro canadese Mark Carney, al debutto in un summit G7. Tra i protagonisti, il presidente americano Donald Trump, che torna al centro della scena internazionale, e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che guiderà una delle sette sessioni tematiche, dedicata alla sicurezza delle comunità.

Il summit non si concluderà con un documento unico, ma con sette dichiarazioni tematiche: sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche, lotta agli incendi, minerali strategici, repressione transnazionale e contrasto al traffico di migranti. Quest’ultima proposta porta la firma dell’Italia, sostenuta da USA e Regno Unito, e intende rafforzare il lavoro avviato con la Presidenza italiana del G7 a Borgo Egnazia nel 2024.

Prima della partenza per il Canada, Meloni ha convocato una videoconferenza con ministri e vertici dell’intelligence italiana. Successivamente ha avuto colloqui telefonici con Trump, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, presenti anche loro al vertice. La premier ha discusso della situazione mediorientale anche con i leader di Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati Arabi, dichiarando la disponibilità italiana a contribuire a una soluzione diplomatica.

Durante un confronto con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Meloni ha ribadito la necessità di impedire all’Iran l’acquisizione di armi nucleari, auspicando che gli sforzi negoziali statunitensi possano ancora produrre risultati. Ha inoltre richiesto l’urgente accesso umanitario per la popolazione civile nella Striscia di Gaza.

Il conflitto russo-ucraino resta un altro tema centrale. Una sessione sarà dedicata al sostegno a Kiev, con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del nuovo segretario generale della NATO Mark Rutte, che ha recentemente incontrato Meloni a Roma per fare il punto sulle spese militari in vista del vertice NATO dell’Aia e del Consiglio europeo di fine giugno.

Tra gli alleati dell'Alleanza atlantica c’è consenso sulla necessità di incrementare gli investimenti in difesa, con l’obiettivo condiviso del 5% del PIL. Secondo il ministro italiano Antonio Tajani, l’Italia potrebbe impiegare "almeno dieci anni" per raggiungere questo traguardo.

Infine, sul fronte economico, il tema dei dazi agita i rapporti transatlantici. Trump ha minacciato nuove tariffe sulle auto importate, alimentando le preoccupazioni europee. Roma punta al dialogo: "Il ruolo dell’Italia deve essere quello di contribuire a un avvicinamento tra le due sponde dell’Atlantico", ha dichiarato Meloni, auspicando un accordo commerciale vantaggioso per entrambe le parti.