Cagliari, suicidio in carcere dell'ex latitante Sandro Arzu: era stato arrestato a fine maggio

Sandro Arzu, 56enne ex latitante di Arzana, si è suicidato nella notte tra sabato e domenica nel carcere di Uta, pochi mesi dopo il suo arresto. La sua fuga durata due anni aveva tenuto alta l’attenzione, ma ora il dolore e il mistero avvolgono questa drammatica fine. La vicenda solleva ancora una volta il dibattito sulla salute mentale in carcere e sulla gestione delle emergenze.

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Si è tolto la vita nella notte tra sabato e domenica all’interno della Casa circondariale di Cagliari-Uta Sandro Arzu, 56 anni, ex latitante originario di Arzana. Era stato arrestato a fine maggio dopo una lunga fuga durata due anni. Secondo quanto riferito dall’associazione Socialismo Diritti Riforme, i soccorsi sono stati immediati, ma nonostante i ripetuti tentativi, il personale sanitario non è riuscito a rianimarlo.

Arzu si trovava in detenzione da tre settimane. Il suo nome era noto alle cronache per reati legati a omicidio e traffico di droga. Nel 2022 si era reso irreperibile dopo aver violato l’obbligo di firma ad Arzana. Poco dopo, la sua auto era stata rinvenuta con tracce di sangue e fori di proiettile, alimentando l’ipotesi di un agguato. In passato, già nel 2021, era sopravvissuto a un episodio simile.

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L’arresto era avvenuto a Cagliari lo scorso maggio, grazie all’intervento dei carabinieri. A distanza di poche settimane, il tragico epilogo nel carcere del capoluogo sardo. Il caso è stato definito dal sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria come il “33esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno”.

L’ennesimo suicidio nelle nostre prigioni – ha commentato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa – dimostra che il sistema carcerario è al collasso. Le strutture penitenziarie non riescono più a garantire nemmeno gli obiettivi minimi imposti dalla Costituzione, diventando luoghi di abbandono e sofferenza”.

La tensione all’interno degli istituti penitenziari italiani continua a crescere. “Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ammesso che le rivolte nelle carceri sono in aumento – ha aggiunto De Fazio – ma le misure adottate finora sono insufficienti”.

Il sindacato denuncia una carenza strutturale: mancano 18.000 agenti e ci sono almeno 16 detenuti in più per ogni istituto rispetto alla capienza regolamentare. “La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – conclude De Fazio – dovrebbe concentrarsi su soluzioni concrete per le carceri italiane, invece di occuparsi solo dei centri in Albania”.