Ucraina, attacco ai bombardieri russi: Mosca minaccia risposta, cresce il timore di escalation nucleare

Tensione alle stelle tra Ucraina e Russia, con un attacco ucraino che ha colpito pesantemente basi aeree strategiche russe. Mosca risponde minacciando ritorsioni, mentre cresce il timore di un'escalation nucleare. Putin mantiene il silenzio, ma la crisi si fa sempre più difficile da gestire. In un contesto di alta tensione, la partita si fa ancora più complessa e incerta, lasciando il mondo in apprensione per il futuro.

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Il presidente russo Vladimir Putin mantiene il silenzio pubblico dopo il massiccio attacco ucraino con droni che ha colpito cinque basi aeree strategiche in Russia, causando danni significativi a oltre 40 velivoli, tra cui bombardieri Tu-95, Tu-22M e aerei da ricognizione A-50. L'operazione, denominata "Operazione Ragnatela", è stata condotta dal Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) e ha rappresentato un colpo senza precedenti alla capacità strategica di Mosca.

Secondo fonti ucraine, l'attacco ha distrutto circa un terzo della flotta di bombardieri strategici russi, con danni stimati in circa 7 miliardi di dollari. Le immagini satellitari confermano la distruzione di diversi velivoli nelle basi di Belaya, in Siberia, e Olenya, nella regione di Murmansk. Il Cremlino ha minimizzato l'entità dei danni, ma ha promesso una risposta "quando e come riterrà opportuno".

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Durante una telefonata con l'ex presidente statunitense Donald Trump, Putin ha espresso con forza l'intenzione di reagire all'attacco, definendo le azioni di Kiev come "terrorismo di Stato". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che la Russia risponderà agli attacchi ucraini alle proprie basi aeree "quando e come le forze armate riterranno opportuno".

Il direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriev, ha definito l'attacco un'aggressione diretta contro gli "asset nucleari" della Russia, sottolineando la necessità di una comunicazione chiara per comprendere i rischi crescenti prima che sia troppo tardi.

Negli Stati Uniti, figure influenti del movimento MAGA, come Steve Bannon e Charlie Kirk, hanno condannato l'attacco ucraino, paragonandolo all'attacco giapponese a Pearl Harbor del 1941. Bannon ha criticato la mancanza di preavviso agli Stati Uniti da parte di Kiev, mentre Kirk ha avvertito che il mondo è più vicino a una guerra nucleare di quanto non lo sia mai stato dall'inizio del conflitto nel 2022.

Alcuni analisti americani, come Dan Caldwell, ex consigliere del Pentagono, hanno espresso preoccupazione per l'escalation, sottolineando che attaccare componenti della triade nucleare russa potrebbe portare a una risposta imprevedibile da parte di Mosca. Caldwell ha affermato che non è nell'interesse degli Stati Uniti che l'Ucraina attacchi le forze nucleari strategiche russe, soprattutto alla vigilia di nuovi negoziati.

Il Comitato Investigativo Russo ha aperto un'indagine, classificando l'attacco come un atto di terrorismo orchestrato dai servizi segreti ucraini. In un discorso al governo, Putin ha accusato il "regime di Kiev" di voler interrompere i negoziati di Istanbul attraverso atti terroristici, mettendo in dubbio la possibilità di un vertice in queste condizioni.

Nonostante le tensioni, il Cremlino ha dichiarato di essere favorevole a proseguire i contatti con Kiev a livello operativo. Tuttavia, ha chiesto una forte condanna internazionale contro l'attacco ucraino, sottolineando che il governo di Kiev ha acquisito tutte le caratteristiche di un "regime terroristico".

Nel frattempo, la Russia ha lanciato attacchi missilistici e con droni su diverse città ucraine, tra cui Pryluky, causando la morte di almeno cinque civili. Questi attacchi sono stati interpretati come una risposta iniziale all'operazione ucraina, ma secondo fonti russe, una rappresaglia completa deve ancora essere attuata.