Russia, denunce di torture sistematiche: il caso della 14enne e altre vittime del regime
In un contesto globale in cui i diritti umani sembrano sempre più sotto attacco, le recenti rivelazioni di Dmitrij Muratov scuotono le coscienze. La denuncia di torture sistematiche in Russia, culminata nel drammatico caso di una 14enne perseguitata per un innocuo video su Telegram, getta luce sull'oscurità di un regime che reprime la libertà d'espressione. La storia di questa giovane è solo la punta dell'iceberg di un sistema che calpesta la dignità umana

Il premio Nobel per la Pace Dmitrij Muratov, direttore di Novaya Gazeta, ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani in Russia, evidenziando una serie di casi di torture e abusi perpetrati dalle autorità statali. Tra questi, spicca la vicenda di una ragazza di 14 anni, arrestata per aver pubblicato un video su Telegram in cui faceva esplodere un petardo senza causare danni o vittime. Durante la detenzione preventiva a Mosca, la giovane sarebbe stata sottoposta a torture fisiche e psicologiche, stupri e istigazione al suicidio, il tutto sotto la sorveglianza delle telecamere e dei funzionari penitenziari. Dopo un tentativo di suicidio, è stata trasferita in un ospedale psichiatrico e successivamente riportata in una cella di isolamento per decisione del tribunale di Balashikha. Nel frattempo, l'investigatore Dmitrij Tarakanov, incaricato del caso, è stato premiato come miglior investigatore del Comitato Investigativo della Federazione Russa per la regione di Mosca.
Un altro caso emblematico è quello della giornalista ucraina Viktoria Roshchina, detenuta per un anno nelle prigioni di Donetsk e Taganrog senza accuse formali. Roshchina è morta in carcere in circostanze mai chiarite; il suo corpo, restituito alla famiglia mesi dopo, presentava segni evidenti di torture, tra cui ferite da arma bianca, lividi e ustioni compatibili con scariche elettriche. Alcuni organi interni, come il cervello, i bulbi oculari e la laringe, risultavano asportati, presumibilmente per occultare le cause del decesso. La giornalista era stata inserita in una lista di prigionieri per uno scambio previsto per settembre 2024, ma la liberazione non si è mai concretizzata.
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Tra gli altri casi segnalati da Muratov:
- Igor Baryshnikov, 64 anni, attivista anti-guerra di Kaliningrad, condannato a 7 anni e mezzo di carcere per aver diffuso "notizie false" sull'esercito russo. Affetto da cancro e quasi cieco, si è visto negare il permesso di partecipare al funerale della madre, di cui si prendeva cura prima dell'arresto.
- Andrej Shaabanov, 45 anni, musicista di Samara, condannato a 6 anni per incitamento al terrorismo a causa di post sui social contro l'operazione militare speciale. Affetto da psoriasi grave, è stato riportato in carcere nonostante le sue condizioni di salute precarie.
- Nadezhda Bujanova, pediatra di 67 anni, condannata a 5 anni e mezzo per aver presumibilmente diffamato l'esercito russo. Detenuta in una cella sovraffollata, le è stato impedito di ricevere i beni di prima necessità, compromettendo ulteriormente la sua salute.
- Oleg Belousov, disabile di San Pietroburgo, condannato a 5 anni e mezzo per aver diffuso "notizie false" sull'esercito russo. Considerato "incline alla fuga", viene svegliato ogni due ore durante la notte con una luce abbagliante puntata sul volto.
- Aleksej Gorinov, ex deputato del consiglio comunale di Mosca, in carcere da tre anni per aver proposto di sospendere un concorso di disegni per bambini durante il conflitto. Sottoposto a torture e privazioni, è stato recentemente trasferito a Novosibirsk, dove gli è stata diagnosticata una tubercolosi.
- Natalja Vlasova, 44 anni, ucraina, condannata a 18 anni per "spionaggio e terrorismo". Durante il processo, ha denunciato torture e stupri subiti nel carcere di Donetsk "Izoljacija", senza che il giudice prendesse provvedimenti.
Muratov ha inoltre riportato la testimonianza di Maksim Ivannikov, ex militare di Cita, condannato a 15 anni per tradimento. Durante gli interrogatori, sarebbe stato torturato con scariche elettriche ai genitali, inducendolo a confessare qualsiasi cosa pur di porre fine alle sofferenze.
Il direttore di Novaya Gazeta ha lanciato un appello ai presidenti di Russia e Ucraina per avviare uno scambio di prigionieri civili, iniziando da adolescenti, donne e malati: "Scambiateli finché sono ancora vivi. Iniziate con gli adolescenti, le donne, i malati, quelli che hanno dei figli a casa".