Piange il telefono: 50 anni fa il capolavoro di Modugno che fece commuovere l'Italia
Piange il telefono, il capolavoro di Domenico Modugno, celebra il suo cinquantesimo anniversario. Uscito il 26 aprile 1975, tornò a dominare le classifiche italiane dopo cinque anni di silenzio, incantando il pubblico con la sua intensa malinconia e la profonda narrazione di un amore perduto. Un brano che ha segnato un'epoca e toccato il cuore di intere generazioni.

Era il 26 aprile 1975 quando Domenico Modugno tornò in vetta alle classifiche italiane con “Piange il telefono”, dopo cinque anni di assenza. Il brano, intenso e malinconico, restò primo nella Hit Parade fino al 7 giugno, totalizzando sei settimane consecutive di successo. La canzone conquistò il pubblico italiano grazie alla sua forza emotiva e alla struggente storia che racconta: quella di un padre pentito che cerca di riallacciare i rapporti con la figlia, ignara della sua identità.
L’adattamento italiano fu tratto dalla hit francese “Le téléphone pleure” di Claude François. Modugno, consapevole della difficoltà di replicare i fasti dei suoi successi degli anni ’50 e ’60, scelse un duetto toccante con Francesca Guadagno, allora bambina di otto anni e già promettente doppiatrice. La sua voce limpida e l’accento romano perfetto sostituirono una precedente interprete rifiutata per inflessioni milanesi poco convincenti. Il risultato fu una combinazione perfetta di dramma e innocenza, capace di toccare le corde più profonde dell’animo.
La RCA, inizialmente scettica, ostacolò l’uscita del singolo, ritenendolo troppo malinconico e poco commerciale. Solo con il ritorno di Modugno alla Curci Carosello il brano vide finalmente la luce. Non mancarono le critiche: alcune riviste e conduttori lo considerarono un prodotto furbo e patetico, pensato per un pubblico facilmente impressionabile. Ma il pubblico decretò il verdetto opposto: oltre 900.000 copie vendute, quarto singolo più venduto del 1975, dietro solo a successi firmati da Baglioni, Mina e Lauzi.
Il brano superò i confini italiani con versioni in spagnolo (“El teléfono llora”) e tedesco (“Da weint das Telefon”). Fu persino trasformato in film, diretto da Lucio De Caro, con Modugno e la piccola Francesca come protagonisti. A lanciarlo fu il varietà televisivo “Tanto piacere”, trasmesso la domenica sera su Rai 1, e poi confermato nel programma “Spaccaquindici” con Pippo Baudo.
Il testo alterna le voci di un uomo affranto e di una bambina inconsapevole, in un crescendo emotivo che lascia spazio a diverse interpretazioni: c’è chi legge un tentato suicidio, chi immagina una riconciliazione e chi un’ironia amara sul destino. Questa ambiguità ha contribuito a rendere “Piange il telefono” un brano unico nel panorama della musica italiana.
Il successo di Modugno segnò l’inizio di una stagione di ballate popolari e malinconiche come “Il maestro di violino” e “L’anniversario”. Oggi, a cinquant’anni di distanza, il brano continua a essere ascoltato, commentato e condiviso. La voce di Modugno e quella di Francesca Guadagno emozionano ancora, dimostrando la potenza eterna di una canzone capace di raccontare abbandono, speranza e nostalgia.
Piange il Telefono
