Pupi Avati: Politica troppo divisa, le mie proposte sul cinema non interessano

«Il ministro Giorgetti? Non lo ha ancora sentito. Ha detto che mi darà un appuntamento. Io ho sempre fatto il regista cinematografico avulso da queste appartenenze politiche, quindi se qualcuno è interessato alle mie proposte, bene. Altrimenti, pazienza». Così Pupi Avati, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos, torna sulle parole pronunciate in occasione della 70ª edizione dei David di Donatello, dove aveva ricevuto il premio alla carriera.
In quell’occasione, Avati aveva auspicato un dialogo tra le principali figure politiche per affrontare la crisi del cinema italiano: «Che Schlein telefonasse a Meloni per dirle: “Giorgia, ci vediamo mezz’ora con Giorgetti e parliamo di cinema italiano?”».
Nella sua recente intervista, il regista ha indicato il 27 maggio come data possibile per un incontro con il ministro dell’Economia. Ma il quadro, secondo lui, resta complesso: «La politica in questo momento è troppo divisa. Io volevo che Meloni, Schlein e Giorgetti affrontassero le possibili ipotesi per uscire da questo impasse in cui vive il nostro cinema, ma non so quanto siano interessati».
Avati ha poi ribadito il suo impegno personale: «Mi sembra che la politica in questo momento abbia i suoi problemi. Io ho fatto quello che potevo. Avrei voluto creare un’agenzia del cinema che si occupasse solo dei problemi del cinema italiano, poi se è impossibile farla, non la faremo».
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