Maria Denisa Adas, svolta nel caso: indagata la madre, sa chi l'ha rapita

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Maria Denisa Adas, la trentenne romena sparita il 15 maggio a Prato. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati la madre della giovane, Maria Cristina Paun, 49 anni, con l'accusa di aver fornito false informazioni al pubblico ministero. La donna avrebbe taciuto dettagli rilevanti, forse per tentare un accordo con il presunto responsabile del sequestro.
Il racconto shock: "Rapita e seviziata da connazionali su ordine di un avvocato italiano"
A fornire il quadro inquietante è un’amica della vittima, ascoltata dagli inquirenti. Secondo quanto riferito, la madre avrebbe confessato che Maria Denisa è stata rapita e maltrattata da connazionali romeni, per conto di un avvocato italiano che non accettava il rifiuto della giovane, escort di professione. La donna ha aggiunto che la figlia sarebbe viva, trattenuta da un gruppo legato alla prostituzione a Roma.
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Le forze dell’ordine hanno perquisito l’abitazione della madre a Torpignattara, Roma, per sequestrare un cellulare usato nei contatti con l’uomo indicato. Questo soggetto, un professionista italiano, sarebbe stato un ex cliente ossessionato dalla ragazza. Avrebbe offerto assistenza legale gratuita ai presunti sequestratori in cambio della liberazione della giovane.
Le ultime ore e le indagini in corso
Maria Denisa era arrivata a Prato da pochi giorni, alloggiava in un residence di via Ferrucci e doveva poi trasferirsi a Bologna. La sera del 15 maggio ha inviato un messaggio alle colleghe per segnalare un cliente molesto. Intorno alle 23.30 ha avuto l’ultimo contatto con la madre, poi il silenzio. Il giorno seguente, le amiche hanno dato l’allarme, descrivendo una “situazione gravissima”.
Una barista della zona ha raccontato di averla sentita parlare agitata al telefono in romeno, pronunciando la frase: “Se vado da lui o mi vede, mi ammazza”. La pista del sequestro a scopo di sfruttamento sessuale è ora la più battuta. L’ipotesi di omicidio appare meno probabile, ma non esclusa. Nessuna richiesta di riscatto è stata finora avanzata.
Secondo la testimone, la madre della vittima avrebbe accettato di incontrare il presunto sequestratore a Roma nei prossimi giorni, cercando forse una trattativa privata. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Prato e coinvolgono i carabinieri di Prato, Firenze e Roma, impegnati a ricostruire gli eventi e chiarire il ruolo del professionista al centro dell’inchiesta.