Garlasco, rispunta Marco Panzarasa: l'amico di Stasi dovrà fornire il Dna per il confronto

Marco Panzarasa, oggi 42enne e avvocato, è tornato al centro delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco nel 2007. Il suo nome compare tra quelli chiamati a fornire volontariamente il proprio Dna, che sarà comparato con la traccia genetica rilevata sotto le unghie della vittima. Non è indagato, ma le autorità intendono anche verificare eventuali impronte su oggetti rinvenuti nella spazzatura della casa di Chiara e rimasti per anni non analizzati.
Il legame con Stasi e la vacanza a Londra prima del delitto
Panzarasa era il compagno di banco e grande amico di Alberto Stasi. Si conoscono dal 1997 e condividono gli anni del liceo scientifico a Mortara. Insieme, poco prima del delitto, trascorrono una vacanza studio a Londra, dove vengono raggiunti da Chiara Poggi per un weekend. Il 4 agosto 2007 i due amici rientrano in Italia. Il giorno dell’omicidio, l’11 agosto, Marco riceve un messaggio da Stasi che gli chiede una cartolina lasciata in valigia. Gli risponde che è al mare, proponendo di incontrarsi il lunedì successivo. Appuntamento che non avverrà mai.
Il 13 agosto 2007, mentre sta tornando in treno da Borghetto Santo Spirito, riceve la telefonata di Stefania Cappa, cugina della vittima, che lo informa dell’omicidio. I biglietti del treno risultano acquisiti agli atti. Pochi giorni dopo, nel febbraio 2008, la sua abitazione viene perquisita e i carabinieri sequestrano materiale informatico, ma senza esiti concreti.
Dichiarazioni, silenzi e distanza da Stasi dopo il delitto
A verbale, Panzarasa racconta che durante la vacanza l’amico gli mostrò per errore alcune foto intime di Chiara. Aggiunge che Stasi scaricava video pornografici, ma non glieli mostrava. Ricorda anche l’acquisto di una scheda telefonica inglese usata solo nel Regno Unito. Dopo il delitto, i rapporti tra i due si interrompono bruscamente. Nonostante i tentativi di contatto tramite sms, Alberto non risponde mai più.
Sentito più volte dai carabinieri, Panzarasa riferisce di aver provato a parlare con l’amico anche tramite il padre, senza successo. Ricorda di aver inviato tre messaggi tra agosto e settembre 2007, tutti rimasti senza risposta. Dopo 18 anni, come per le gemelle K, anche il suo nome torna tra quelli coinvolti nella nuova fase delle indagini sul delitto di Garlasco.
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