Raid indiano contro basi terroristiche in Pakistan: 31 morti e alta tensione tra i due Paesi

raid indiano

India e Pakistan al centro di una nuova ondata di violenza. Sono almeno 31 i morti nei bombardamenti condotti dall’esercito indiano nella notte contro obiettivi considerati basi terroristiche in territorio pakistano. Lo ha riferito il portavoce dell'esercito di Islamabad, Ahmed Sharif, specificando che 26 civili sono morti in attacchi missilistici e altri cinque per colpi di artiglieria lungo la linea di confine.

Il ministro dell’Interno indiano Amit Shah ha elogiato l’Operazione Sindoor, descrivendola come una risposta al massacro di civili a Pahalgam. Secondo il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri, i raid avevano lo scopo di “smantellare infrastrutture terroristiche” e prevenire nuovi attacchi contro l’India. Nove campi terroristici sarebbero stati colpiti nel Kashmir pakistano, inclusi centri di reclutamento e indottrinamento, secondo quanto riferito da ufficiali militari indiani.

Il Pakistan ha definito gli attacchi un “atto di guerra” e ha promesso una risposta adeguata. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha convocato una riunione del Comitato per la Sicurezza nazionale, affermando che “il nemico ha colpito in cinque località” e che il Pakistan “sa come reagire”.

Islamabad ha inoltre dichiarato di aver abbattuto cinque caccia indiani. Fonti indiane hanno invece confermato la caduta di tre aerei sul proprio territorio per cause non ancora chiarite.

L'escalation ha avuto impatti anche sul traffico aereo: oltre 52 voli sono stati cancellati e una ventina hanno cambiato rotta per evitare lo spazio aereo pakistano. Diverse compagnie, tra cui Korean Air, Thai Airways e Vietnam Airlines, hanno modificato le rotte, mentre voli dall’India all’Europa, come il Lufthansa LH761, hanno seguito percorsi alternativi.

Il portavoce militare pakistano ha accusato l’India di aver colpito una centrale idroelettrica nel Neelum Jhelum, danneggiando parte della diga. Ha poi sollevato interrogativi sulle norme internazionali che regolano il coinvolgimento di infrastrutture civili in operazioni militari.

Dal fronte diplomatico, gli Stati Uniti hanno esortato i due Paesi al dialogo per prevenire un'escalation, attraverso un appello del segretario di Stato Marco Rubio. Preoccupazione è stata espressa anche da Russia, Francia e Regno Unito, che hanno chiesto moderazione e riapertura dei canali diplomatici per evitare il peggioramento della crisi.

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