Conclave: chi sceglie il nome del nuovo Papa e perché cambia identità

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Habemus Papam. La fumata bianca sale in cielo, le campane di San Pietro suonano, e il mondo intero attende il nome del nuovo Papa. Ma subito dopo l'annuncio, emerge un'altra domanda: come si farà chiamare il nuovo pontefice? La scelta del nome pontificale è uno dei primi e più significativi atti del Papa appena eletto, carico di simbolismo e tradizione.

I primi vescovi di Roma, incluso San Pietro, non cambiarono nome. Il primo a farlo fu Giovanni II nel 533, nato con il nome pagano di Mercurio, ritenuto inadatto alla guida della Chiesa cattolica. Da allora, la pratica si è consolidata, diventando regola dal X secolo.

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Il nome viene scelto nella Stanza delle Lacrime, subito dopo l’elezione, dove il neoeletto Papa ha pochi minuti per riflettere, spesso commosso, e decidere l’appellativo con cui sarà ricordato nella storia. Non esistono regole scritte, solo coscienza personale, fede e ispirazione.

Il nome pontificale spesso omaggia predecessori ammirati o santi. Giovanni Paolo I unì per la prima volta due nomi, in tributo a Giovanni XXIII e Paolo VI. Giovanni Paolo II ne proseguì l’eredità. Papa Francesco scelse nel 2013 un nome mai usato prima, ispirandosi a San Francesco d’Assisi, per rappresentare povertà, umiltà e attenzione all’ambiente.

Dei 266 papi eletti, 81 hanno scelto uno dei cinque nomi più ricorrenti: Giovanni (23), Gregorio e Benedetto (16 ciascuno), Clemente (14), Innocenzo (13). Mai nessuno ha scelto Pietro II, per rispetto verso l’apostolo fondatore. Altri nomi, come Urbano o Caio, sono caduti in disuso.

La scelta del nome può riflettere orientamenti dottrinali o politici. Pio IX esprimeva fermezza teologica, Giovanni XXIII incarnava apertura e riforma con il Concilio Vaticano II, Benedetto XVI richiamava spiritualità e diplomazia.

Ogni Papa che adotta un nome già esistente ne eredita il numero progressivo. Curiosità: Giovanni XX non è mai esistito per un errore medievale. Solo 35 papi hanno scelto un nome del tutto inedito, come Francesco o Lando, l’unico con quel nome nel X secolo.

Il nome pontificale non è solo un titolo: è identità, programma, messaggio. Un segno che anticipa la direzione spirituale, culturale e geopolitica del pontificato che sta per iniziare.