Omicidio Chiara Poggi, la difesa di Stasi: due Dna maschili sotto le unghie, uno è di Andrea Sempio

Due profili genetici maschili sono stati rilevati sotto le unghie di Chiara Poggi, secondo quanto indicato dalla difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per il suo omicidio. Uno dei due Dna sarebbe compatibile con quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e attualmente indagato per omicidio in concorso, dopo un’archiviazione avvenuta otto anni fa.
L’esposto alla Procura di Pavia, firmato il 27 luglio 2023 dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, fa riferimento a un’intervista del genetista Francesco De Stefano, già perito nel processo bis. Nell'intervista si cita la "ri-eluizione dell’estratto", una tecnica di analisi genetica non menzionata nella perizia originale, e si sottolinea la necessità di nuovi approfondimenti alla luce dei progressi scientifici.
La difesa ha coinvolto due esperti, Ugo Ricci e Lutz Roewer, per riesaminare le tracce genetiche. Il confronto è avvenuto con campioni prelevati da una tazzina, un cucchiaino e una bottiglia usati da Sempio, raccolti senza consenso. Secondo la consulenza, i dati contenuti nella perizia De Stefano del 2014 sarebbero ancora validi per esami comparativi. Le analisi, infatti, rilevano che la ventiseienne non si sarebbe difesa, ma sotto le unghie sono presenti due Dna maschili, escludendo quello di Stasi. Uno dei due sarebbe riconducibile a Sempio, l’altro ignoto.
Su un’unghia della mano destra ci sarebbe un "supporto forte" all’ipotesi che Sempio abbia contribuito alla traccia genetica, su quella sinistra il supporto è definito "moderato". Anche la Procura di Pavia ha parzialmente condiviso queste conclusioni, affidandosi a un nuovo esperto, Carlo Previderé. Quest’ultimo ha confermato la compatibilità genetica, pur precisando che il cromosoma Y identifica l’intera linea paterna, non un singolo individuo.
Sempio è stato sottoposto a prelievo ufficiale a marzo, e la nuova comparazione avverrà nell’ambito dell’incidente probatorio. Intanto si ipotizza una raccolta sistematica del Dna di tutti gli uomini che frequentavano la casa di via Pascoli a Garlasco, per distinguere tracce compatibili da eventuali contaminazioni, come accaduto nei soccorsi o nelle prime indagini.
Nonostante le nuove indagini, senza una richiesta formale di revisione alla Corte d’Appello di Brescia, Stasi resta l’unico colpevole secondo la giustizia.
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