Donald Trump impone dazi reciproci: ecco i calcoli del Presidente USA

Il 2 aprile 2025, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l'introduzione di dazi "reciproci" su una vasta gamma di importazioni, con l'obiettivo di correggere quelli che ha definito squilibri commerciali sfavorevoli agli USA. Questi dazi prevedono un'aliquota minima del 10% su tutte le importazioni, con tariffe più elevate per specifici paesi: 34% per la Cina, 20% per l'Unione Europea, 46% per il Vietnam, 31% per la Svizzera e altre percentuali variabili per altre nazioni.

Secondo l'amministrazione Trump, la formula utilizzata per determinare queste tariffe si basa sul rapporto tra il deficit commerciale degli Stati Uniti e il surplus commerciale del paese partner. In pratica, il deficit commerciale degli USA con un determinato paese viene diviso per le importazioni totali da quel paese; la metà di questo valore determina l'aliquota del dazio. Ad esempio, con un deficit commerciale di 295,4 miliardi di dollari verso la Cina nel 2024 e importazioni per 439,9 miliardi, il surplus percentuale della Cina risulta del 67%. La metà di questo valore, arrotondata, porta al 34% di dazio imposto a Pechino.

donald trump

Questa metodologia ha suscitato scetticismo tra esperti e partner commerciali, che mettono in dubbio la trasparenza e l'accuratezza dei dati iniziali utilizzati per questi calcoli. Inoltre, l'esclusione di Russia e Corea del Nord dall'elenco dei paesi soggetti a dazi ha sollevato ulteriori interrogativi sulle motivazioni alla base di queste decisioni.

L'annuncio ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari globali, con significative perdite registrate in diverse borse, tra cui l'Australian Securities Exchange (ASX), che ha visto una flessione superiore al 2%. Analisti finanziari temono che questi dazi possano rallentare l'economia globale e aumentare l'inflazione, con possibili conseguenze recessive per gli Stati Uniti.

l'Unione Europea e altri paesi hanno minacciato contromisure, preparando possibili dazi di ritorsione e sollevando preoccupazioni riguardo a una possibile escalation delle tensioni commerciali a livello mondiale.

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