Turchia, Proteste a Istanbul: scontri tra manifestanti e polizia dopo l'arresto del sindaco Ekrem Imamoglu

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Il 19 marzo 2025, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è stato arrestato con l'accusa di corruzione e presunti legami con il PKK, organizzazione considerata terroristica in Turchia. L'arresto ha scatenato proteste di massa in diverse città turche, con oltre 300.000 persone scese in piazza a Istanbul per esprimere il loro dissenso.

Le manifestazioni sono degenerate in scontri violenti tra i manifestanti e la polizia antisommossa. Le forze dell'ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni, spray al peperoncino e proiettili di gomma per disperdere la folla. A Smirne, gli agenti hanno impiegato idranti e gas lacrimogeni per contenere i dimostranti.

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Il leader del Partito Popolare Repubblicano (CHP), Özgür Özel, ha dichiarato che "siamo 300.000", riferendosi alla massiccia partecipazione alle proteste a Istanbul. Le autorità hanno chiuso ponti e strade principali per impedire ulteriori assembramenti, causando tensioni in vari punti della città.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha condannato le proteste, definendole "terrorismo di strada" e affermando che il governo non cederà al vandalismo. Ha inoltre criticato il CHP per aver incitato le manifestazioni, avvertendo che la strada indicata dall'opposizione è un vicolo cieco.

Nonostante il divieto di manifestazioni politiche imposto dalle autorità, le proteste sono proseguite per il terzo giorno consecutivo, con migliaia di persone radunate davanti al municipio di Istanbul e in altre città come Ankara e Smirne. Le forze dell'ordine hanno eretto barricate e presidiato luoghi simbolici, come piazza Taksim, per prevenire ulteriori scontri.

L'arresto di Imamoglu, considerato l'unico candidato dell'opposizione in grado di sfidare Erdogan, ha sollevato preoccupazioni sulla tenuta democratica del paese e sulla libertà di espressione. La comunità internazionale osserva con attenzione l'evolversi della situazione in Turchia.