Marzo caldo per il governo: rottamazione cartelle, taglio tasse e bilancio pubblico

marzo caldo

Nel mese di marzo, il governo italiano affronterà temi cruciali come la rottamazione delle cartelle esattoriali, la riduzione delle tasse e l'equilibrio dei conti pubblici. Entro metà marzo, la commissione tecnica del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) presenterà i risultati dell'analisi sullo stock di 1.275 miliardi di euro di cartelle esattoriali non riscosse. Questa commissione ha il compito di esaminare i crediti, identificando quelli irrecuperabili, quelli gestibili (considerando l'ipotesi di cartolarizzazione) e quelli potenzialmente da rottamare. La decisione finale, dopo l'analisi tecnica, sarà di natura politica.

I tecnici sono inoltre incaricati di proporre soluzioni per evitare l'accumulo continuo di debiti fiscali, che nell'ultimo anno sono aumentati di 69 miliardi di euro, passando da 1.206 miliardi a fine dicembre 2023 a 1.275 miliardi al 31 dicembre 2024. Questa analisi fornirà un quadro più chiaro per discutere la proposta della Lega di una "pace fiscale" decennale con 120 rate, da attuare in primavera tramite un decreto o una legge specifica. Questo progetto è già stato formalizzato in due proposte presentate alla Camera e al Senato dai parlamentari Gusmeroli e Romeo.

Parallelamente, Forza Italia promuove la priorità del taglio delle tasse per i redditi fino a 50.000 euro, proponendo la riduzione dell'aliquota centrale dal 35% al 33%. Tuttavia, le risorse disponibili sono limitate. La "pace fiscale" proposta dalla Lega, nella sua versione "light", potrebbe costare circa 2 miliardi di euro, mentre l'estensione a 10 milioni di contribuenti con cartelle pendenti potrebbe comportare un costo di circa 5 miliardi di euro. Il taglio dell'IRPEF sostenuto da Forza Italia avrebbe un costo di 2,5 miliardi di euro se applicato ai redditi fino a 50.000 euro, aumentando a 4 miliardi di euro se esteso ai redditi fino a 60.000 euro.

A dicembre, l'Erario ha incassato quasi 1,7 miliardi di euro grazie al concordato preventivo biennale, rispetto a una stima iniziale di 2,5 miliardi di euro. Un possibile sostegno potrebbe derivare dai conti pubblici: il 3 marzo sono attese le nuove stime dell'ISTAT su PIL e indebitamento per il 2024, e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha accennato a possibili sorprese positive.

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