Siria, ribelli annunciano la presa di Damasco: Assad sarebbe fuggito

Le forze ribelli e jihadiste anti-governative in Siria hanno dichiarato di aver preso il controllo della capitale, definendo la città "libera" e annunciando la fuga di Bashar al-Assad. Il Comando delle operazioni militari ha pubblicato un messaggio su Telegram, riportato dalla CNN, dichiarando: "Dichiariamo la città di Damasco libera dal tiranno Bashar al-Assad". Il messaggio invita anche gli sfollati a tornare, affermando: "Una Siria libera vi aspetta".

I ribelli sostengono di aver conquistato la famigerata prigione militare di Saydnaya, situata a nord di Damasco. Inoltre, un filmato verificato dall'emittente americana mostra i combattenti nei pressi del palazzo presidenziale, in particolare vicino a un cancello nell'area meridionale del parco del complesso. Nel video, alcuni uomini festeggiano sparando in aria in una zona apparentemente deserta all'ingresso.

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Israele intensifica le operazioni militari in Siria e ordina nuove evacuazioni a Gaza - Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato di aver colpito due basi militari nella Siria centrale: Tadmur (Palmira) e T4, una base aerea situata circa 50 chilometri a ovest di Palmira. L'IDF ha dichiarato che l'operazione mirava a eliminare le restanti capacità militari presenti in queste installazioni, sottolineando l'impegno a rimuovere ogni minaccia per i cittadini israeliani.

Siria nel caos: oltre 1.000 morti in scontri tra forze di sicurezza e lealisti di Assad - Nella regione costiera della Siria, oltre 1.000 persone hanno perso la vita in due giorni di violenti scontri tra le forze di sicurezza del nuovo governo e combattenti lealisti al deposto presidente Bashar al-Assad. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), tra le vittime si contano 745 civili, molti dei quali appartenenti alla minoranza alawita, uccisi principalmente attraverso esecuzioni sommarie.

Autobomba in Siria: 15 lavoratori agricoli uccisi vicino a Manbij - Un'autobomba è esplosa oggi alla periferia di Manbij, nel nord-est della Siria, causando la morte di 15 persone, tra cui 14 donne e un uomo, tutti lavoratori agricoli diretti ai campi. Altre 15 donne sono rimaste ferite, alcune in condizioni critiche.