Ucraina utilizza per la prima volta missili ATACMS forniti dagli USA contro la Russia; Putin firma nuova dottrina nucleare

Nel millesimo giorno dall'inizio del conflitto, l'Ucraina ha lanciato per la prima volta missili a lungo raggio ATACMS forniti dagli Stati Uniti contro un obiettivo in territorio russo. L'attacco ha colpito un deposito di armi nella regione di Bryansk, situata a circa 110 km dal confine ucraino. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver intercettato sei missili, con il sesto che ha causato danni minori.
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In risposta, il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato una nuova dottrina nucleare che amplia le circostanze in cui la Russia potrebbe ricorrere all'uso di armi nucleari. Secondo il decreto, la Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione da parte di un Paese non nucleare sostenuto da una potenza nucleare, se tale aggressione rappresenta una minaccia critica alla sovranità o all'integrità territoriale della Russia o della Bielorussia.
Questa mossa segue l'autorizzazione del Presidente americano Joe Biden all'uso dei missili ATACMS da parte dell'Ucraina contro obiettivi in territorio russo. La Casa Bianca ha definito la nuova dottrina russa come "retorica irresponsabile", ma ha affermato che non richiede un cambiamento nella postura nucleare degli Stati Uniti.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato l'importanza di mantenere la pressione sulla Russia, affermando che Putin non è interessato alla pace. Zelensky ha inoltre richiesto alla Germania la fornitura di missili Taurus, dopo che gli Stati Uniti hanno fornito gli ATACMS e Regno Unito e Francia hanno inviato gli Storm Shadow/Scalp.