Possibile nomina di Robert Kennedy Jr. alla sanità Usa: preoccupazioni tra gli esperti italiani

La possibile nomina di Robert F. Kennedy Jr. a capo della sanità negli Stati Uniti ha suscitato reazioni contrastanti tra gli esperti italiani. Roberto Burioni, professore di virologia e microbiologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha paragonato questa eventualità a "mettere Dracula alla direzione dell'Avis", sottolineando l'incredulità di fronte a tale prospettiva.
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Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, ha espresso preoccupazione, affermando che nominare Kennedy Jr. come consulente per la sanità sarebbe come designare Erode a protettore dei diritti dell'infanzia. Ha descritto Kennedy come un complottista con idee stravaganti in ambito sanitario, e l'idea di vederlo a capo della sanità della più grande democrazia occidentale lo inquieta profondamente.
Gianni Rezza, epidemiologo e docente straordinario di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha minimizzato i potenziali rischi di una gestione estremista della sanità statunitense. Ha osservato che negli Stati Uniti la sanità è gestita a livello statale, inclusa la politica vaccinale, e che esistono numerosi interessi economici e politici che limiterebbero l'influenza di posizioni radicali. Rezza ha inoltre sottolineato che non è affatto certo che Kennedy Jr. assuma tale incarico, data la sua storia politica controversa e le sue posizioni complottiste, specialmente riguardo ai vaccini e al COVID-19.
Queste dichiarazioni riflettono le preoccupazioni della comunità scientifica italiana riguardo all'eventuale nomina di Robert F. Kennedy Jr. a una posizione di rilievo nella sanità pubblica statunitense, considerando le sue note posizioni controverse in materia di salute e vaccini.