Diabete e declino cognitivo: rischio elevato per anziani, congresso Sid rivela connessioni tra glucosio e demenza
Al 30esimo Congresso della Società Italiana di Diabetologia (Sid), tenutosi a Rimini, esperti italiani hanno discusso la connessione tra diabete e declino cognitivo, evidenziando come livelli elevati di glucosio possano accelerare la degenerazione cerebrale, esponendo le persone con diabete a un rischio maggiore di demenza. Tra gli over 65 con diabete, circa il 20% mostra già segni di demenza, una condizione che colpisce il 30% degli anziani entro i successivi cinque anni. L'incontro ha sottolineato che, a causa dei tassi crescenti di diabete nella popolazione anziana, questi pazienti sono maggiormente esposti a vari tipi di decadimento cognitivo e a patologie neurodegenerative, con un impatto significativo sulla qualità della vita e su quella dei caregiver.

Gli specialisti della Sid hanno illustrato i risultati di studi recenti che dimostrano l’effetto neurotossico del glucosio in eccesso e delle sue alterazioni metaboliche. Secondo la dottoressa Carla Greco, coordinatrice nazionale del gruppo giovani YoSid, i dati del registro Reposi mostrano come la demenza sia la causa principale di decesso tra le persone con diabete anziane e ricoverate. Gli esperti hanno evidenziato anche come le complicanze vascolari e metaboliche tipiche del diabete di tipo 2, comuni negli adulti, contribuiscano a una maggiore vulnerabilità del cervello agli effetti dannosi dell’iperglicemia.
Il presidente della Sid, Angelo Avogaro, ha sottolineato che l’invecchiamento e i cambiamenti fisiologici, come la riduzione della massa muscolare e ossea e l’aumento della massa grassa, rendono le persone più suscettibili a sviluppare diabete e altre comorbilità. Questo processo fisiologico, associato a meccanismi di stress ossidativo e a condizioni di origine metabolica, è particolarmente problematico nei pazienti di età superiore ai 70 anni. L’eccesso di zucchero nel sangue può produrre sostanze tossiche che danneggiano i neuroni, rendendo essenziale un controllo glicemico mirato per proteggere funzioni cognitive come la memoria e l’attenzione.
Gli studi hanno dimostrato che il diabete di tipo 2 può aumentare il rischio di demenza di Alzheimer del 50-100% e quello di demenza vascolare del 100-150%. Il cervello richiede un apporto continuo di glucosio attraverso la barriera emato-encefalica, ma l'iperglicemia cronica può alterare la capacità di regolare il flusso cerebrale, generando specie reattive dell'ossigeno e prodotti di glicazione avanzata, sostanze neurotossiche che accelerano il declino cognitivo. Tra i meccanismi collegati al diabete che causano questi effetti vi sono anche l’iperinsulinemia e la resistenza all’insulina cerebrale.
Durante il congresso, i medici hanno discusso anche l’impatto positivo dei nuovi farmaci antidiabetici, in particolare gli agonisti del recettore GLP-1 (GLP1-RAs), che si sono dimostrati efficaci nel migliorare la neurogenesi e ridurre la morte cellulare cerebrale. Secondo la dottoressa Greco, questi farmaci contribuiscono a proteggere il cervello dai danni dell’ossidazione e della neuroinfiammazione, aspetti fondamentali per i pazienti diabetici a rischio di declino cognitivo.
Con la crescita dell’invecchiamento della popolazione, questa ricerca apre la strada a trattamenti più mirati per ridurre il rischio di demenza nei pazienti diabetici, valorizzando la collaborazione tra diabetologi e altri specialisti per sviluppare cure personalizzate e predittive basate sui big data e l'intelligenza artificiale.
Aumento del diabete pediatrico e dell'obesità infantile in Toscana: al via lo screening per il diabete di tipo 1
In Toscana, ogni anno, circa 140 bambini ricevono una diagnosi di diabete, una patologia cronica in crescita anche tra i più giovani.
Campagna Empatia: Un Giorno con il Diabete per una Comprensione Completa della Malattia
Diabete Italia e Personalive, con il supporto non condizionato di Roche, lanciano oggi la campagna "Empatia: un giorno con il diabete" con l'obiettivo di far comprendere meglio i bisogni emotivi e pratici delle persone affette da diabete.
Diabete di tipo 2: insulina addio grazie alla semaglutide e alla nuova procedura ReCet
Una nuova procedura endoscopica chiamata ReCet, combinata con il principio attivo semaglutide, potrebbe ridurre o addirittura eliminare la necessità di iniezioni di insulina nei pazienti affetti da diabete di tipo 2.