Ilaria Salis: condizioni inadeguate per un processo equo in Ungheria

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L'eurodeputata Ilaria Salis, membro del gruppo Avs (The Left), ha dichiarato che in Ungheria non esistono le condizioni minime per un processo equo. Questa affermazione è emersa durante una conferenza stampa tenutasi a Strasburgo. Il governo ungherese ha recentemente richiesto al Parlamento Europeo di revocare l'immunità parlamentare di Salis, una richiesta che dovrà essere valutata dalla commissione Juri attraverso un iter che potrebbe durare diversi mesi. La deputata ha espresso la sua preoccupazione in merito a questa richiesta, auspicando che il Parlamento Europeo difenda lo stato di diritto e i diritti umani, evitando di cedere alle pressioni della politica ungherese.

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Il caso di Ilaria Salis ha radici profonde nel contesto delle manifestazioni antifasciste del febbraio 2023 a Budapest, in occasione della Giornata dell'Onore, un evento annuale che vede la partecipazione di gruppi neonazisti da tutta Europa. Salis, presente durante le proteste, è stata arrestata e accusata di partecipazione ad atti di violenza, accuse che ha sempre negato fermamente. Durante l’arresto, è stata tirata fuori da un taxi e ammanettata senza alcuna resistenza. Da allora, è stata detenuta in custodia cautelare per oltre 15 mesi in condizioni estremamente dure, definite disumane e degradanti.

Nei primi mesi di detenzione, Salis è stata sottoposta a quello che viene chiamato "tortura bianca", una tecnica di isolamento e privazione sensoriale utilizzata per ottenere confessioni. Durante la sua reclusione, ha vissuto in isolamento prolungato e in condizioni igieniche raccapriccianti, senza poter comunicare nemmeno con la sua famiglia per più di sei mesi. È stata inoltre sottoposta a ripetuti interrogatori finalizzati a fabbricare una confessione. La detenzione ha comportato anche gravi carenze alimentari e igieniche, con Salis chiusa in una cella per 23 ore al giorno.

La deputata rischia una pena severa che potrebbe arrivare fino a 24 anni di carcere. Le sue condizioni di detenzione hanno suscitato l'interesse e la preoccupazione non solo del Parlamento Europeo, ma anche del Parlamento italiano, con interrogazioni parlamentari sul trattamento riservato a Salis nelle carceri ungheresi. Il suo caso ha sollevato importanti questioni sul rispetto dei diritti umani in Ungheria, alimentando il dibattito sulla democraticità e la trasparenza del sistema giudiziario del Paese.

Durante il suo intervento a Strasburgo, Salis ha anche espresso dure critiche verso l'accordo tra Italia e Albania sui migranti, descrivendo l'operazione come un tentativo di esternalizzare la detenzione e accelerare le procedure di rimpatrio, con gravi conseguenze per i diritti umani.