Scuola - è caos supplenze - Le denunce: Algoritmo è roulette russa

Il clima è elettrico: c’è chi, con 150 punti in graduatoria, è stato superato da colleghi con appena 15 punti, e chi minaccia di chiamare i carabinieri per protestare.
Un quarto della forza lavoro è precaria
Attualità - Classi scoperte, orari ridotti, docenti che si danno il cambio per tappare i buchi. Il quadro è già complicato di suo, ma a peggiorare tutto ci si mette pure un algoritmo ministeriale che, anche quando non sbaglia a calcolare i punteggi, spesso non include tutte le cattedre disponibili nei primi bollettini. Il risultato? Un paradosso: insegnanti con punteggi alti rimangono senza incarico, e le scuole – già in affanno – rischiano di non riuscire a garantire nemmeno l’avvio regolare delle lezioni. A denunciare la situazione è Lucia Donat Cattin, dell’esecutivo nazionale Usb Scuola. "Ogni precario compila una lista di preferenze senza avere idea dei posti effettivamente disponibili. E se, al tuo turno, l’algoritmo non trova una cattedra corrispondente alle tue preferenze, sei considerato rinunciatario. Risultato? Niente incarico per l’intero anno". È come giocare alla roulette russa: basta un piccolo errore per vedersi sfumare l’anno scolastico. E non è finita qui.
A complicare ulteriormente la situazione c’è il continuo rimescolamento delle graduatorie. "Le cattedre disponibili vengono spesso pubblicate all’ultimo minuto – continua Donat Cattin – e chi ha punteggi alti può trovarsi senza incarico, perché i posti giusti emergono troppo tardi, settimane dopo". Il clima è elettrico: c’è chi, con 150 punti in graduatoria, è stato superato da colleghi con appena 15 punti, e chi minaccia di chiamare i carabinieri per protestare. Manuela Calza, segretaria nazionale della Flc Cgil, guarda oltre e sottolinea che l’algoritmo è solo la punta dell’iceberg: "Il vero problema è il precariato, e non riguarda solo gli insegnanti, ma ha ricadute dirette sugli studenti". Un quarto della forza lavoro è precaria. Le scuole, senza alternative, iniziano l’anno con orari ridotti. "Partiremo con 200mila incarichi a tempo determinato – conclude Calza – e ancora non sappiamo quanti siano stati effettivamente assegnati".
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