La Cgil pensa alla via referendaria: Ecco la possibile sfida con il governo

Nella Cgil, pur senza decisioni definitive, si è ufficialmente avviata una riflessione sulla possibilità di intraprendere una vasta stagione referendaria. L'obiettivo è quello di influire in modo più incisivo sulle trasformazioni del mondo del lavoro e sulle politiche pubbliche. Si sta valutando l'idea di avviare una significativa raccolta di firme per richiedere diversi referendum e/o proporre leggi di iniziativa popolare. Questi potrebbero riguardare la lotta alla precarizzazione del lavoro, con la possibile abolizione di alcune disposizioni del Jobs Act e dei contratti a termine, oltre a preparare risposte alle riforme istituzionali in discussione, come l'autonomia differenziata.
Tra le possibili tematiche, tutte ancora da confermare, si trovano la difesa della sanità pubblica, la previdenza, il salario minimo e la rappresentanza sindacale. Questi argomenti sono stati portati all'attenzione dalla Cgil di Maurizio Landini durante le manifestazioni dell'anno scorso, in particolare nell'evento a Roma del 7 ottobre intitolato "La via maestra," in cui hanno partecipato circa cento associazioni laiche e cattoliche. L'obiettivo è ripristinare il modello di democrazia delineato nella Costituzione, fondato sull'uguaglianza di tutte le persone, sul lavoro e sui diritti civili e sociali. Il sindacato ritiene che questi principi siano spesso negati e messi a rischio dalle politiche attuate dal governo Meloni.
La Cgil sta riflettendo su come continuare la mobilitazione dopo le manifestazioni nazionali e gli scioperi generali territoriali, che finora non hanno prodotto cambiamenti significativi nelle politiche del governo. In questo contesto, nessuno strumento è escluso, compresi i referendum, nell'ambito di una possibile strategia di mobilitazione.