di Zazoom di lunedì 14 novembre 2022

Tiziano Ferro in lacrime : Da piccolo venivo sempre preso in giro

tiziano ferro
Il cantante Tiziano Ferro è stato ospite nel soggiorno di Silvia Toffanin, al Verissimo e si è raccontato a cuore aperto, senza inibizioni. Un anno fa il cantante ha avuto modo di raccontarsi in un docufilm uscito su Prime Video, e ieri su Canale 5 è andata in onda una puntata speciale dedicata al successo della cantante di Nere Nere. Depressione, bullismo e omosessualità. 

Tiziano Ferro ha parlato della sua adolescenza come di uno dei momenti più difficili della sua vita: "Da adolescente non ricordo onestamente un giorno della mia vita senza prendere in giro", ha detto il cantante che ora vive a Los Angeles con il compagno Victor e i due figli Andres e Margherita. Durante la puntata monografica di Verissimo, Tiziano Ferro si è commosso cantando per la prima volta dal vivo il brano "La prima festa del papa", contenuto nel suo nuovo album. La paternità è sempre stato il suo sogno più grande: «Con Victor ci prendiamo cura di loro personalmente, Andreas e Margherita sono bambini felici, sempre sorridenti». 

Tiziano Ferro ha raccontato di quando ha lasciato l'Italia, prima per il Messico, poi per l'Inghilterra e lo racconta come uno dei periodi più bui della sua vita: "Non andavo a scuola, ho toccato il punto più basso: quell'anonimato è diventato un obbligo di solitudine e non riuscivo più a guardarmi allo specchio». 

Poi, il periodo in cui si scopre e inizia a fare i conti con l'omosessualità: «Sono stato oggetto di mobbing, tutti mi chiedevano con chi stavo, con chi volevo, ogni Il colloquio è stato angosciante perché sapevo che mi avrebbero fatto quella domanda. Avevo paura e mi sentivo difettoso e l'Inghilterra ha fatto l'idea della legge sulla solitudine. Lì il mio rapporto con il bere e l'alcol è esploso in peggio, questo annientamento della mente». 

E ancora: "Pensavo che la depressione non fosse possibile, pensavo capitasse ad altri e nemmeno a pazzi. La depressione è intelligente, ti convince che la tua zona di comfort, quella del dolore, va bene così. Non si parla mai di depressione come una malattia, ma spesso è qualcosa di più grande e lo siamo paura di parlarne perché veniamo da decenni di stigma».

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