La strage di Bologna è stata un attentato commesso sabato 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale a Bologna, in Italia. 85 persone sono rimaste uccise nell'attacco e oltre 200 sono rimaste ferite, l'atto terroristico più grave avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra, indicato da molti come uno degli ultimi atti della strategia della tensione. Si tratta di uno degli attentati più gravi - anche per numero di vittime - avvenuti negli anni di piombo, insieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e al treno Italicus strage del 4 agosto 1974.
Alcuni militanti di estrema destra appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, sono stati identificati dalla magistratura come autori di atti materiali. Per molto tempo gli ipotetici presidi sono rimasti sconosciuti, anche se sono stati trovati collegamenti con la criminalità organizzata e servizi segreti devianti. Nel 2020 l'indagine della Procura di Bologna concludeva che Paolo Bellini (ex Avanguardia Nazionale), esecutore testamentario insieme all'ex NAR già condannato in precedenza, avrebbe agito in concorrenza con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, individuati come mandanti, finanziatori o organizzatori.