di Zazoom di venerdì 22 luglio 2022

Silvio Berlusconi : Draghi si era stufato, non abbiamo colpe

silvio berlusconi
"Non abbiamo alcuna colpa per quello che è successo, nessuno." Il giorno dopo Silvio Berlusconi racconta al telefono la sua verità sul terremoto che in una settimana ha portato alle dimissioni di Mario Draghi che “non erano necessarie, perché non abbiamo votato contro, ci siamo solo astenuti. E gli abbiamo anche detto, sempre giovedì mattina, che eravamo disponibili a riaprire in Aula una discussione sul da farsi. Ma era irremovibile. E sa perché? Perché, ammettiamolo, si annoiava. Non ne aveva più voglia e ne ha approfittato per partire…”. 

Il leader di Forza Italia non vuole usare le parole che molti gli hanno sentito dire nei lunghissimi vertici di Villa Grande che hanno dato vita alla decisione di non votare per la fiducia al governo, in quanto "ingrato, dopo tutto quello che ho fatto in questi mesi a lui non ha mai fatto una telefonata. Solo quando aveva bisogno di lui...». Al telefono preferisce abbreviare: «Non voglio giudicare Draghi, non spetta a me giudicare le persone. La questione è politica». E la freddezza dice molto. La responsabilità della crisi, insomma, era tutta, assicura il Cavaliere, nelle mani di Draghi

Oltre ovviamente al M5S, che «a differenza di noi che abbiamo responsabilità e che lo abbiamo sempre dimostrato, siamo irresponsabili. Non siamo né populisti né sovranisti, siamo liberali, siamo un partito che è in blocco atlantista e occidentale». «Il presidente del Consiglio - prosegue il leader italiano nella sua ricostruzione - si è dimesso anche se non si è scoraggiato, e tutti lo abbiamo pregato di ripensarci. Ho sempre detto che sarebbe bene che il governo continuasse il suo lavoro fino a marzo , aprile... E per uscire dalle secche abbiamo fatto la nostra proposta, poi presentata sotto forma di una risoluzione che leggiamo anche a loro: un nuovo governo senza il M5S e con qualche nuovo ministro. Quale? Semplice, il 3 ministri e 6 sottosegretari del partito di Conte». Nessuna richiesta, insomma, sarebbe stata accolta da FI per un cambiamento radicale, coinvolgendo ministri come Lamorgese e Speranza, quella che aveva proposto Salvini nell'intervista a Draghi. tentativo è fallito orecchie da mercante "e non per colpa nostra". E ancor meno per le pressioni del leader leghista, di cui molti dicono che sarebbe al seguito: "Non sono al seguito di nessuno, mai". 

In alcune interviste concesse ieri ha usato toni aspri nei confronti del suo alleato, del tipo "Io sono molto meglio di lui", ma ora sorride: "Ma no, ma no...". Poi si fa serio: «No guarda, non comanda. C'è sempre un dialogo franco e sincero con Salvini, ma decidiamo insieme, nessuno mi impone nulla». E la decisione è stata presa, giura Berlusconi, per l'intransigenza di Draghi. E le pressioni ignorate di Confalonieri e Letta per impedire la caduta del governo? «Parlo sempre con tutti e ognuno dà il proprio contributo con la propria opinione. Ma poi decidi, fai una sintesi». E la sintesi è la sostanza, lui la fa. Ora guarda già al futuro, che vede già addii pesanti, come quelli di Gelmini e Brunetta: «Ingrati, ingrati. Possano riposare in pace. Non sono abituato a commentare le decisioni di chi tradisce ed è senza prospettive e futuro, senza alcun seguito. Chi ha lasciato FI non ha certo avuto un futuro politico, lasciatelo andare dove vuole”. Il Cavaliere è tranchant, in attesa della formalizzazione della scarcerazione anche di Mara Carfagna, e invece si dice pronto ad aprire le braccia a "chiunque voglia venire con noi, se condivide i nostri valori". 

Quello che gli interessa, assicura, ora è costruire il futuro. Tutti insieme, anche con la "Signora Meloni", come la chiama lui. E dice che non c'è stato alcun consulto con il leader di FdI per arrivare alla decisione di non votare per Draghi: "Ci abbiamo parlato con lei quando Draghi ha deciso di non accettare la nostra risoluzione e ci vedremo presto per mettere a punto il programma. , su cui sto lavorando da tempo e che sarà futuristico, ma dovrà essere presentato tra il 12 e il 14 agosto, c'è poco tempo», è un po' la sua preoccupazione. Ma l'incontro servirà anche a decidere come presentarsi e con quale leader. E qui arriva una sorpresa. Alla domanda se Meloni potrebbe essere il leader della coalizione, e quindi il presidente del Consiglio se il centrodestra vincerà le elezioni, Berlusconi prima dice che "ne parleremo insieme, è una delle cose da decidere”. Poi rivela: “L'idea che sta emergendo è che il leader sia votato da un'assemblea degli eletti. Una volta votati, potrebbero essere gli stessi parlamentari eletti a riunirsi in Assemblea e votare il capogruppo...».

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