L’Associazione Nazionale Magistrati Militari si schiera per il NO alla Riforma della Giustizia

L’Associazione Nazionale Magistrati Militari si oppone alla Riforma della Giustizia, sottolineando l’importanza della collaborazione tra giudice e pubblico ministero. Secondo l'associazione, questa sinergia ha garantito nel tempo l’efficacia del sistema giudiziario e la tutela della verità, elementi fondamentali per il corretto funzionamento della giustizia militare.

Roma – La comunanza ordinamentale e culturale tra giudice e pubblico ministero ha garantito, a lungo, che quest’ultimo non trascurasse i doveri del suo ufficio, deputato alla ricerca di quella stessa verità, che il giudice, per Costituzione, ha il compito di accertare. Separarli vuol dire allontanare il pubblico ministero dalla cultura del giudice e sottrarlo al controllo che, anche in sede disciplinare, l’approccio terzo del giudice – che concorre a comporre lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura – può esercitare sulle derive accusatorie. La magistratura militare – il cui attuale assetto ordinamentale pur ricalca quello della magistratura ordinaria – dimostra che il Costituente, quando ha pensato ad una giustizia celere ed efficace, non ha contemplato la separazione tra giudici e pubblici ministeri, ma ha garantito l’indipendenza  dei giudici e dei pubblici ministeri militari e ha puntato sulla razionalità organizzativa dell’attività giurisdizionale e sulla profonda conoscenza, da parte dei magistrati speciali, del mondo regolato dalle leggi che applicano, al fine di assicurare indagini approfondite, processi rapidi e, con essi, la certezza del diritto e della pena. 🔗 Leggi su Primacampania.it

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