Il caso Jacques Baud e quei segnali di caccia al dissenso
Il caso Jacques Baud, ex colonnello dell’intelligence svizzera e autore di numerose pubblicazioni, ha attirato l’attenzione del Consiglio Europeo. La vicenda solleva interrogativi sui segnali di repressione e caccia al dissenso, evidenziando le tensioni tra libertà di espressione e controlli istituzionali.

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Jacques Baud, ex colonnello dell’intelligence svizzera e autore di numerose pubblicazioni, molte delle quali disponibili anche in lingua italiana, è finito nel mirino del Consiglio Europeo. Il provvedimento adottato non riguarda solo lui, visto che coinvolge persone e organismi di varie nazionalità: per quanto non sia la prima volta che misure del genere vengono varate, per numero di soggetti coinvolti si tratta dell’atto che interessa il maggior numero di destinatari in un’unica soluzione. Non possiamo parlare di fatti che giungono del tutto inattesi, visto che già il 10 dicembre ne dava notizia Radio Free Europe che, parlando della riunione degli ambasciatori dei Paesi della UE per imporre nuove sanzioni contro la Russia, menzionava diversi soggetti coinvolti, tra i quali veniva si faceva il nome del colonnello Baud, sanzionato per avere agito “come portavoce della propaganda filo-russa e per aver formulato teorie del complotto, accusando ad esempio l’Ucraina di aver orchestrato la propria invasione per aderire alla NATO”. It.insideover.com
La Russia sfodera il vero “game changer” | Jacques Baud
Pittura su pietra. Jacques Stella: Riposo durante la fuga in Egitto. Olio su ardesia del 1639 circa, cm 39.4 x 52, Hunterian Museum and Art Gallery, Glasgow. Giuseppe porge una piccola pera a Gesù che tende la manina per prenderla e sulla destra, sul fondo - facebook.com facebook
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