Perché il compromesso Ue non risolve il ritardo europeo La riforma farmaceutica vista da Pani

La recente riforma farmaceutica dell'UE, raggiunta tra Consiglio e Parlamento, rappresenta un passo importante ma solo simbolico. Se da un lato premia l’innovazione, dall’altro tenta di rendere più concreto l’accesso ai farmaci. Tuttavia, il compromesso europeo non affronta appieno il ritardo nel settore, evidenziando le difficoltà di trasformare le intenzioni politiche in risultati concreti.

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© Formiche.net - Perché il compromesso Ue non risolve il ritardo europeo. La riforma farmaceutica vista da Pani

La riforma farmaceutica Ue appena concordata tra Consiglio e Parlamento è un messaggio politico prima ancora che normativo: l’innovazione va premiata, ma l’accesso va “costretto” a diventare reale. La nuova architettura mette otto anni di data protection a cui si aggiunge un anno di market protection, con possibili estensioni legate a criteri di valore ( unmet need, nuove sostanze con trial comparativi e multicountry; nuove indicazioni con beneficio clinico) e con un tetto complessivo di undici anni. Quindi si guadagna poco rispetto ad oggi. Dentro c’è anche la parte meno glamour ma più “sovrana”: piani di prevenzione delle carenze, monitoraggio rafforzato e una lista Ue di shortage critici, con l’Ema chiamata a fare più regia operativa. Formiche.net