Se l’affitto breve non conviene più Tasse aliquota al rialzo e partita Iva | Da adesso meglio i canoni lunghi

La recente legge di bilancio ha introdotto significative modifiche alla tassazione delle locazioni brevi, rendendo questa formula meno conveniente per proprietari e gestori. Con aliquote più alte, nuove tasse e obblighi sulla partita IVA, si apre una fase in cui i canoni a lungo termine risultano più vantaggiosi. Ecco cosa cambia e quali sono le nuove prospettive del mercato immobiliare.

di Rossella Conte Con la nuova legge di bilancio cambia in modo sensibile la tassazione sulle locazioni brevi, con regole più rigide per chi possiede o gestisce più immobili. La manovra conferma la cedolare secca al 21% sul primo appartamento destinato agli affitti brevi, mentre per il secondo resta l’aliquota maggiorata al 26%, già introdotta dal 2024. La novità principale riguarda però la soglia oltre la quale scatta l’obbligo di apertura della partita iva: non più quattro immobili, come previsto dal 2021, ma due. Superato questo limite, l’attività viene automaticamente considerata esercizio d’impresa, con conseguente esclusione dalla cedolare secca e passaggio al regime proprio delle attività commerciali. Lanazione.it

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